La vicinanza al lago di Vico e ai Cimini ne fa una località di soggiorno non
solo estivo a notevole valenza ambientale. Basa la sua economia anche sul
terziario pendolare e sull'agricoltura con la coltivazione delle nocciole. Si
compone di un caratteristico Borgo Medioevale e di una parte
sviluppatasi tra il ‘500 ed il ‘700 con ampie vie fiancheggiate da nobili
palazzetti. Il borgo, come gli antichi siti della Tuscia, è collocato sopra
un grosso ciglione tufaceo, posto alla confluenza di due corsi d'acqua, il Rio
Vicano, emissario del Lago di Vico, e il fosso chianello che, dopo l'assetto
farnesiano del 500 scorre sotterraneo.
Il documento più antico in cui si trova citato Ronciglione, risale al 1103.
Per gli storici, comunque la rifondazione sopra le antiche rovine sarebbe
caduta intorno al 1045 per intervento dei Prefetti di Vico. Nel 1526
Ronciglione con l'ascesa dei Farnese visse il periodo di maggior
sviluppo e splendore (1526-1649). Gli architetti farnesiani, non interferirono
sul preesistente, anzi, operarono con tale criterio che, nel contesto urbano
che ne è scaturito, si possono leggere, ben distinte, la fase Medioevale e
quella Rinascimentale e Barocca. Questo, fa si ché Ronciglione sia unico
esempio sopravvissuto, dopo la scomparsa di Castro, dell'urbanistica
farnesiana applicata in modo organico su vasto raggio.
Fu un centro economicamente avanzato per il vasto apparato manifatturiero:
ferriere, ramiere, cartiere, concerie, ceramiche, armerie, stamperie ecc. Ebbe
una vivace attività culturale legata a varie Accademie: Desiderosi, Cimina,
Arcadico Cimina, Erculea Cimina ecc. e tipografie dove furono stampati fra
l'altro la prima edizione italiana della "Secchia Rapita" del
Tassoni, l'Aminta del Tasso, e il Pastor Fido del Guarini. Nel 1728 Benedetto
XIII eresse Ronciglione all'importante titolo di Città.
Ricordiamo inoltre che per un certo periodo la città era provvista di una
Zecca in cui si batteva moneta propria e facendo un passo indietro nella prima
metà del cinquecento Paolo III ne fece la seconda capitale del Ducato di
Castro. Questo per sottolineare la gloriosa storia di Ronciglione.
Purtroppo nel 1799 Ronciglione visse giornate terribili durante i moti
antifrancesi, il popolo osò opporsi all'esercito francese e il generale
Valterre per tutta risposta ordinò ai suoi uomini di distruggere la città
uccidendo e appiccando il fuoco in ogni luogo, purtroppo andò distrutto anche
l'archivio storico con i suoi preziosi documenti.
Tra i numerosi
monumenti ricordiamo il Duomo, barocco eretto su disegno del Rainaldi
verso la fine del XVII secolo nell'interno sull'altare del transetto destro,
sotto una pregevole tavola settecentesca del Trevisani
raffigurante l'Assunta,
trittico del Salvatore tra la Madonna e S. Giovanni Evangelista opera tardo
gotica del viterbese Gabriele di Francesco. Sull'altare maggiore: Madonna col
Bambino e Santi, tavola attribuita alla scuola di Giulio Romano; sul transetto
sinistro Madonna del Rosario, pala settecentesca del Ghezzi. Nella piazza antistante possiamo ammirare, la bella Fontana del Vignola con
gli Unicorni del 1581; i ruderi del Castello della Rovere detto "I
Torrioni", costruzione risalente all’alto medioevo con quattro torri
cilindriche, legata alla funzione di difesa del borgo. Il castello appartenne
ai Prefetti di Vico, agli Anguillara, ai della Rovere ed infine ai Farnese.
Sono presenti nel Borgo i resti della Chiesa di S. Andrea costituiti da
colonne, capitelli e dal campanile eretto dal comasco Galasso nel 1463.
Proseguendo nel borgo la Chiesa di S. Maria della Provvidenza, del sec.
XI con elegante campanile a tre piani di bifore risalente al XII - XIII sec.
L'interno ad una navata ha il tetto a capriate; nell'abside Madonna e Santi,
da notare gli affreschi del quattrocento.
Tra la centrale Via Roma e Viale Garibaldi possiamo ammirare la monumentale Porta
Romana, attribuita al Vignola, fu dotata di due fontane laterali ora
scomparse. Fu eretta nel 1618 per volontà del Duca Odoardo Farnese, fa da
cornice all'ingresso della città. Altro monumento importante è il Municipio,
l'edificio risale al 1540, mentre l'orologio sovrastante fu aggiunto nel 1714.
Sede del Comune, fu anche sede del Giudice Superiore dello Stato di
Ronciglione. Nella parte a sud del paese si nota la Chiesa di S. Maria
della Pace, ristrutturata alla fine del cinquecento; il pregevole altare
barocco, con un affresco della Vergine, è affiancato da una pala
settecentesca di Sebastiano Conca (Madonna e San Francesco di Sales),
considerata la miglior pittura dell'epoca nel Viterbese.
Importante per la datazione antica ed anche in relazione al passaggio del
diverticolo della "Via dei Pellegrini": la Chiesetta di S.
Eusebio infatti risalirebbe tra la fine del VI e l'inizio del VII
secolo e lo si deduce dai graffiti che vi sono incisi con uso di grafia
onciale, dalla presenza di nomi di chiara origine Longobarda e, infine,
dall'uso di far precedere l'incisione da una croce. Tuttavia, il suo corpo
centrale risale addirittura alla metà del IV secolo. La Chiesetta di S.
Eusebio tutta in blocchi di tufo è una delle più antiche testimonianze
architettoniche cristiane della provincia. Della primitiva decorazione del
secolo VIII è pervenuta a noi un esiguo frammento della figura di Cristo,
custodito ora in S. Maria della Pace. Le altre pitture eseguite a fresco che
possiamo vedere sono "Lultima Cena" fatto interessante ed unico che
la posizione di Giuda non è consona ai canoni tradizionali, "La Lavanda
dei Piedi", "Albero di Jesse", "Il Cristo benedicente tra
quattro Santi", l'ultimo dei quali, sul lato di destra, rappresenta S.
Eusebio.
Tra le manifestazioni di rilievo turistico, spicca il
famoso Carnevale, durante il quale si svolgono, lungo le vie cittadine,
le caratteristiche Corse a Vuoto di cavalli senza fantino, oltre che
sfilate in maschera e bellissimi carri allegorici; il 25 agosto, si svolge la festa
di San Bartolomeo, patrono del paese, comunque per tutta l'estate è
stilato un programma ricco di appuntamenti.
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