La città di Canino rimane famosa per aver dato i natali ad Alessandro
Farnese,
salito poi al soglio pontificio con il nome di Paolo III.
II paese è situato ai margini della maremma, a
circa 40 chilometri ad ovest di Viterbo. Il territorio caninese è attraversato da
numerosi fiumi, tra cui il Timone, affluente del Fiora. A
circa tre chilometri dal paese sorge il Monte Canino (496 mt.) che, a
differenza dei Monti Volsini e Cimini, ha origini geologiche sedimentarie. Le
sue campagne sono famose per la ricchezza di cacciagione e la prelibatezza dei
suoi prodotti, fra i quali spicca il celebre olio extra vergine di oliva,
ricavato dalla varietà d'olivo "Canina". L'origine del paese è
legata alla "gens Canina", antica famiglia etrusco di Vulci, e,
quindi, ad un antico insediamento etrusco, poi assorbito da Roma, di cui
rimangono pochi resti. Si
trova traccia di Canino in alcuni documenti pontifici del IX secolo; nel XIII
secolo fu ceduto prima a Viterbo, poi passò sotto il vassallaggio di Tuscania.
Nel 1354 tornò sotto lo tutela pontificia con il Cardinale Albornoz che lo
cedette in vicariato ai Farnese, sotto il potere dei quali Canino raggiunse
il suo massimo splendore. Dopo il periodo napoleonico, sotto Luciano Bonaparte,
fu venduto ai principi Torlonia fino a quando le terre vennero espropriate
dall'Ente maremma e distribuite ai caninesi. Risalendo lo stretto Corso,
fiancheggiato da vecchi palazzi gentilizi, si arriva nella piazza dove sorge
la bella Fontana Dodecagonale, opera del Vignola, su cui si nota lo stemma con i sei gigli
dei Farnese, fu eretta in occasione della condotta dell'acqua in paese. Nella Collegiata dei Santi Apostoli Giovanni e Andrea,
risalente alla fine del settecento, si apre la cappella Bonaparte, dove si
trovano i monumenti funebri di Carlo Bonaparte, Cristina Boyer, Giuseppe
Bonaparte e Luciano Bonaparte. Le opere sono state realizzate in marmo di
Seravezza e portano la firma del Laboureur e del Pampaloni. Nella chiesa si
possono ammirare anche un dipinto del '400 di Mariotto Albertinelli, alcune
tele del '600 - '700, due tondi, un ritratto di Pio VII di scuola francese,
una Natività della scuola del Perugino, un crocificco ligneo del XIII secolo
e le reliquie di San Clemente.
Da vedere,
ancora, il Palazzo Comunale, è l'antico palazzo della Giustizia, che
è rappresentato in un disegno del 1696 come edificio a due piani con il
portico sul pian terreno, poi fu sede del Potestà con annessa prigione. La Chiesa
di S. Maria del Suffragio, la chiesa è citata per la prima volta nel
1733, in
occasione della visita apostolica, l'edificio rimaneggiato in tempi recenti
non conserva tracce della struttura originaria. La Chiesa di S. Croce,
l'edificio si presenta ad una sola navata, è stata meta di una visita
apostolica nel 1594, diviene parrocchia nel 1700 pur non essendo dotata di
fonte battesimale, della chiesa faceva parte anche la torre quadrata in
blocchi di tufo, detta dell'orologio, che ne costituiva in passato il
campanile. Palazzo Miccinelli, l'edificio si presenta con un portico al
pianterreno in cui reca una lapide che lo data al 1475, la facciata però
sembra che sia del XVI secolo. Il Teatro, la costruzione dell'edificio
è del 1887, oggi ne rimane solo la facciata, il suo interno era costituito da
due file di palchetti più il loggione. L'ex Convento di San Francesco, nella parte alta
del paese, lungo la strada per Valentano, viene ricordato per aver ospitato
San Francesco d'Assisi intorno alla metà del XV secolo; la Chiesa di San
Francesco è rappresentata da una navata con tetto a capriate e quattro
cappelle, seguirono degli interventi successivi nei secoli. Nei pressi (a 15 chilometri) si trovano le rovine e le necropoli della città etrusca
di Vulci, mentre nel Castello dell'Abbadia ha sede il Museo Nazionale
etrusco. Ricordiamo che a dicembre si svolge la Sagra dell'Olivo con
degustazione di prodotti tipici locali a base di olio extra-vergine d'oliva,
dal sapore neutro e delicato come solo la varietà "canina" sa
offrire.
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