LA VIA FRANCIGENA: CAPRANICA

La Via Francigena - I PellegriniParte della più antica donazione imperiale al papa (728 d. C.), quella Valle di Sutri che costituirà il primo nucleo del Patrimonium Sancti Petri, Capranica è una cittadina di fondazione etrusca, sviluppatasi, come tanti altri centri del territorio, sopra uno sperone di tufo a circa 370 metri di altitudine s.l.m.
L’abitato etrusco fu poi conquistato dai romani che vi stabilirono un presidio militare, vuoi per la vicinanza con l’importante città di Sutri, vuoi per la splendida ed amena posizione, vuoi per il clima invidiabile e la ricchezza di boschi e di acque: da qui, infatti, provengono molte ed apprezzate acque oligominerali oggi in commercio,  acque termali e curative e pure acque di fonte che gli abitanti ancora oggi utilizzano per il proprio consumo. Il territorio, come ormai sappiamo, è d’origine vulcanica, e l’abbondanza di minerali presenti nel sottosuolo arricchisce le acque senza per questo renderle sgradevoli al gusto. A poca distanza dall’abitato s’innalza la mole verdeggiante del Monte Fogliano, ricco di cerreti e faggeti: ma sono i castagni, i noccioli e le viti di Capranica a produrre i frutti più apprezzati.
Un nuovo abitato fondato più a nord dai romani venne chiamato Vico Matrino: il suo territorio era attraversato dalla Via Cassia, importante arteria che collega Roma con Viterbo, così da consentire il veloce transito delle merci qui prodotte e smerciate nei centri maggiori. Al crollo della potenza di Roma i barbari invasero anche queste zone, distrussero Vico Matrino e ne dispersero la popolazione; le case dell’antico centro, abbandonate e diroccate, divennero presto un rifugio per i pastori, che vi si stabilirono poi definitivamente con i loro greggi di capre dando così alla città il suo nome. Sappiamo che nel X secoloCapranica - Portale dell'Ospedale Capranica fu concessa dall’imperatore Ottone III al monastero dei Santi Alessio e Bonifacio sull’Aventino; sempre nel Medioevo, Capranica costituì un importante presidio della Santa Sede ma ebbe a soffrire nei secoli diverse invasioni: vi giunsero i Longobardi ed i Franchi, da qui passò Carlo Magno, che poi a Roma sarebbe stato incoronato imperatore; fu terrorizzata da briganti e dalle truppe dei signori feudali che ne disputarono il possesso alla Santa Sede.
Feudo degli Anguillara, passò poi ai Di Vico per ritornare agli antichi Signori: ospite di questi ultimi fu Francesco Petrarca, che vi giunse nel 1337. Scacciati gli Anguillara nel 1465, la popolazione fece atto di dedizione al Papa, ricevendone in cambio esenzioni e benefici. Il governo della Santa Sede fu gestito attraverso la nomina di governatori cardinali, l’ultimo dei quali fu il cardinale Alderano Cybo: a partire dal 1676 fu affidata a governatori laici che si successero per circa un secolo, fino alla conquista napoleonica.
In epoca moderna le vicende di Capranica non raggiunsero i drammatici vertici vissuti altrove, a Ronciglione, ad esempio, o a Monterano: fu conquistata dalle truppe francesi e si adeguò alla nuova gestione amministrativa, abbastanza apprezzata, se si esclude l’abitudine alla leva forzata, la partecipazione alle imprese militari del nuovo ed intraprendente governo e la deportazione degli oppositori e degli affezionati all’Ancien Régime. Anche la comunità di Capranica eresse il proprio Albero della Libertà, abbattuto nel 1799, e l’aquila dorata, pacificamente trasportata nel Duomo.
Oggi la città offre a turisti e visitatori le tante e differenti bellezze di un territorio affascinante, dove la cordiale affabilità degli abitanti si unisce con la varietà delle attività ricettive.

Tra i monumenti principali, si può citare la Chiesa di S. Maria, progettata nel 1866 dal Vespignani, che conserva al suo interno la statua della Madonna delle Grazie del 1808, una Tavola del XII - XIII sec. del Salvatore Benedicente, un Trittico con S. Terenziano, S. Rocco e S. Sebastiano del XV - XVI sec. e un Tabernacolo del ‘400. La Chiesa romanica di S. Francesco, restaurata da Antonio Munoz nel 1927, contiene un sepolcro marmoreo dove sono sepolti i gemelli Francesco e Nicola Anguillara, morti nel 1406-1408. Di origine cinquecentesca, con un campanile romanico, il Duomo di S. Giovanni è stato ricostruito nel ‘700; l’interno, ad una navata, custodisce un tabernacolo rinascimentale, un crocifisso ligneo del XVI sec. e un pregevole organo. A circa 500 metri dal centro, lungo la Cassia verso Viterbo, troviamo la chiesa della Madonna del Piano con facciata attribuita al Vignola.

 

La Via Francigena - Le tappe nella Tuscia

 Proceno - Acquapendente - Bolsena - Montefiascone - Viterbo - Ronciglione - S. Martino - Vetralla - Capranica - Sutri - Monterosi

Logo Home