DATI STATISTICI DELLA PROVINCIA DI VITERBO
Popolazione

Ammonta a circa 292.000 unità la popolazione residente nel Viterbese. Particolarmente bassa risulta essere la densità demografica. Infatti, i circa 81 abitanti per kmq sono un valore sensibilmente più basso (oltre la metà) rispetto sia all'Italia sia alla media dell’area Centrale. Da un punto di vista insediativo si segnala l'assenza di poli di attrazione. Infatti, l'insieme dei comuni con più di 20.000 abitanti (costituito peraltro solo dal capoluogo) ospita solamente il 20,6% della popolazione. Questo dato è circa due volte e mezzo più basso di quello nazionale e costituisce il limite inferiore nella graduatoria delle province del Centro Italia. La struttura per età della popolazione è piuttosto simile a quella nazionale, se si eccettua una lieve eccedenza degli ultrasessantacinquenni (20%), che risulta comunque uno dei valori più bassi della ripartizione Centrale.

 

Tessuto imprenditoriale

Ammontano a poco più di 38.000 le imprese registrate nella provincia. Esiste un settore che predomina in modo schiacciante rispetto agli altri, vale a dire l'agricoltura. Le aziende di questo settore costituiscono ben il 45% del totale. Ciò consente all'area di essere la maggiore realtà agricola del Centro, collocandosi peraltro in quinta posizione in Italia. Poco presente l'artigianato. La percentuale di questo tipo di imprese sul totale è inferiore al 20% e solo Roma fa segnare un dato più basso fra le province del Centro. Il ritmo di crescita del numero di imprese nel periodo 1996-1999 è decisamente sostenuto (2,2 nuove imprese ogni 100 già esistenti all'inizio del periodo). Tale dato, nel contesto del Centro Italia è secondo solo a quello fatto registrare da Arezzo.

 

Occupazione

Segnali di difficoltà provengono dal mercato del lavoro della provincia. Nel 1999 il tasso di disoccupazione totale si è attestato al 12%, valore superiore (sia pure di poco) alla media nazionale e che pone Viterbo in una situazione di ritardo rispetto a tutte le realtà del Centro, con l'eccezione di Frosinone. Interessante notare poi come la scomposizione del tasso per classi di età faccia registrare una situazione maggiormente positiva nelle classi 15-19 e 30-64 anni, i cui tassi sono inferiori rispetto alla media nazionale. Degno di interesse è il recupero di 1,9 punti percentuali che il tasso di disoccupazione ha fatto registrare nel periodo 1996-1999, terza migliore performance del Centro Italia.

 

Valore Aggiunto

L'economia della Tuscia contribuisce per lo 0,41% alla formazione del Pil nazionale. Si tratta di un contributo relativamente modesto, il cui peso si evidenzia passando all'esame del procapite. L'indicatore in questione fa segnare un valore di poco superiore ai 25 milioni e mezzo di lire, nettamente al di sotto della media nazionale e tale da non permettere alla provincia di salire oltre la terzultima posizione nell'ambito dell'Italia Centrale. Interessante notare come la provincia formi con la limitrofe provincia di Rieti e Terni un'area particolarmente depressa da questo punto di vista. Tale situazione precaria è da attribuire in parte ad una crescita dell'economia locale che è stata più lenta di quella nazionale di oltre il 3% nel periodo 1991-1997. La quota parte del Pil provinciale attribuibile alle imprese artigiane è pari al 11,4%. Si tratta di un valore appena superiore sia alla media nazionale sia a quella del Centro Italia. Il dato è significativo anche in relazione al modesto peso che le aziende del settore hanno sul tessuto imprenditoriale dell'area.

 

Apertura mercati

Decisamente scarso l'interscambio commerciale della provincia. L'ammontare complessivo delle esportazioni è pari ad appena 450 miliardi di lire con una propensione all'esportazione che assume un valore di appena il 6,3%, circa un quarto del valore medio nazionale. Grazie a questo risultato Viterbo si configura come la provincia del Centro in cui le esportazioni hanno il rilievo minimo, se si eccettua Grosseto. Analoghi riscontri si ottengono dall'analisi del tasso di apertura che si attesta sul 10,3%.

 

Reddito e consumi

Le difficoltà riscontrate a proposito della formazione del valore aggiunto provinciale, si ripercuotono sul benessere dei cittadini. Il reddito procapite, infatti, è di circa l'11% inferiore a quello nazionale e del 20% rispetto a quello del Centro. I divari divengono addirittura più accentuati qualora si esamini l'andamento dei consumi procapite. Questo indicatore, infatti, assume un valore di circa 19 milioni di lire, tra i più bassi dell'Italia Centrale, risultando inferiore del 16% e del 26% rispetto al dato nazionale e a quello del Centro.

 

Infrastrutture

La dotazione complessiva delle infrastrutture della provincia viterbese è (sia pure di poco) migliore sia di quella nazionale sia di quella dell'area di riferimento, all’interno della quale la provincia occupa il terzo posto. A rendere elevata questa posizione sono gli impianti elettrici, la cui dotazione rientra nelle prime dieci posizioni a livello nazionale classificando la provincia al secondo posto nel contesto del Centro. Meno rilevanti, ma di sicuro spessore sono le dotazioni ferroviarie e delle telecomunicazioni. Decisamente migliorabile, invece, la situazione relativa a strade, aeroporti ed impianti di depurazione e distribuzione delle acque.

 

Qualità della Vita

La provincia di Viterbo occupa posizioni medio-basse nella graduatoria basata sull'indice di qualità della vita (69-esimo posto nella graduatoria nazionale, quartultimo nell'ambito dell'Italia Centrale). Altrettanto si può dire a proposito della classifica costruita in base all'indice di vivibilità del territorio per le imprese ove Viterbo si situa al 75-esimo posto nazionale, ultima provincia del Centro Italia.