Eventi nel 2001

L'elenco che segue rappresenta le principali manifestazioni, feste e tradizioni popolari della Tuscia: 

Gennaio Febbraio
1 e 6     Presepio vivente a Bassano in Teverina, Chia, Civita di Bagnoregio, Corchiano, Grotte di Castro, Sutri, Tuscania, Vetralla, Viterbo.

1 e 6     Presepio dei bambini a Carbognano.

1 e 6     Natale Castiglionese a Castiglione in Teverina.

1 e 6     Rassegna di presepi a Montefiascone e Tarquinia.

17         Feste di S. Antonio a Acquapendente, Bagnaia, Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Cellere, Corchiano, Grotte di Castro, Latera, Monte Romano, Nepi, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia,  Tuscania, Vetralla e Vejano.

20         Mercatino dell'usato a Viterbo.

27         "Maratonina dei tre comuni" Castel S. Elia, Nepi e Civita Castellana.

28/29    Sagra della Zuppa a Vejano.

7/12    Carnevale con carri allegorici e corsi mascherati a Acquapendente, Civita Castellana e Ronciglione.

13         "Pranzo del Purgatorio" a Gradoli.

17         Mercatino dell'usato a Viterbo.

 

Marzo Aprile

17         Mercatino dell'usato a Viterbo.

24/1 apr.     "Concerti di Pasqua" a Vetralla.

25          Festa dell'Annunziata a Grotte di Castro.

25          Fiera dell'Annunziata a Viterbo.

29          Processione del Venerdì Santo (Rievocazione della passione di Cristo) a Bagnaia, Bagnoregio, Bassano Romano, Blera, Canino, Capodimonte, Civita di Bagnoregio, Capranica, Carbognano, Corchiano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Montefiascone, Monteromano, Onano, Orte, Tarquinia, Tuscania, Valentano, Vejano e Vetriolo.

31         Lancio di Colombe Bianche a Soriano nel Cimino.

31         Processione del Cristo Risorto (trasporto della statua del Cristo benedicente) a Tarquinia.

1           Pellegrinaggio di 12 km alla Grotta di San Vivenzio  (Norchia) a Blera, tra preghiere e canti liturgici.

7           Festa della Merca a Tarquinia in loc. Roccaccia.

21        "Giostra delle Contrade" dal sapore medievale a Tarquinia.

21          Mercatino dell'usato a Viterbo.

25/28    Sagra del Biscotto e Palio di S.Anselmo a Bomarzo.

28          "San Pellegrino in fiore" itinerario floreale nel quartiere medievale a Viterbo (fino al 1° maggio).

Maggio Giugno

1             Festa campestre dell' "Attozzata" distribuzione di pane e ricotta a Barbarano Romano.

1             Passeggiata tra i Calanchi a Civita di Bagnoregio.

1             Festa della Merca: marcatura bestiame, gimcane equestri e rodei a Monte Romano.

1/5         Mostra mercato delle macchine agricole e "Tarquinia in Festa" con mercatini artigianali, manifestazioni e musica a Tarquinia.

1/5          Fiera di Tuscania a Tuscania.

8             "Sposalizio dell'albero" a Vetralla presso il convento di S. Angelo sul Monte Fogliano.

12           Pellegrinaggio di 12 km alla Grotta di San Vivenzio (Norchia) a Blera. (replica)

14           Festa della Madonna del Monte la cosiddetta "Barabbata" celebrando la fertilità della Terra a Marta.

19           Festa della Madonna del Fiore con l'esposizione dei "Pugnaloni" (grandi composizioni floreali) a Acquapendente.

19           Mercatino dell'usato a Viterbo.

19           Sagra del Latterino a Marta.

19           Palio delle Contrade a Sipicciano.

19/20     Festa di S. Bernardino a Torre Alfina.

19/20     Fiera del Cedro e delle merci a Valentano.

26           Maratonina del Lago di Vico a Ronciglione.

1/9            Palio del Saracino (corteo storico, mostre, taverne aperte)  a Nepi.

2               Corsa di asini con fantino "La Tonna" a Civita di Bagnoregio.

2                Processione del Corpus Domini con infiorata a Bolsena, Barbarano Romano, Capodimonte, Onano, San Lorenzo Nuovo, Sutri, Tuscania, Valentano, Vejano, Vignanello, Vitorchiano.

2               Nepi Fiorita a Nepi.

2               Fiori alle finestre e cene in cantina a Vetralla.

13             Festa di S.Antonio da Padova a Acquapendente, Bolsena, Caprarola.

16              Mercatino dell'usato a Viterbo.

21/23        Mostra mercato animali da cortile a Bagnaia.

23              Sagra della Gavinella (varietà di pasta fatta a mano) a Carbognano.

23/24        Festa di S. Giovanni Battista: fiera di merci e bestiame a San Lorenzo Nuovo.

24        Festa della Madonna della Folgore con Palio dei Somari a Vetralla.

Luglio Agosto
1/4 ago    Soriano Estate a Soriano nel Cimino.

1/7           Ludika 1243 rievocazione, folklore, giochi medievali e     sfilate con battaglie in costume a Viterbo.

6/7           "I mercatini del Seicento" a Bassano Romano.

6/28         "Civitafestival" a Civita Castellana.

7               Festa del Pesce a Bolsena.

10/10 ago   Stagione teatrale estiva a Ferento (Viterbo).

15/15ago    Estate Tuscanese a Tuscania.

20/21      Sagra della Cannaiola degustazione del vino tipico a Marta.

21            Sagra dell'Acquacotta a Capranica.

21            Mercatino dell'usato a Viterbo.

23/24    "Misteri di Santa Cristina" rappresentazione di quadri sulla storia della Santa a Bolsena.

27/28       A.M.A. Ischia di Castro: rassegna d'arte, musica, artigianato, corteo storico a Ischia di Castro.

27/18 ago   Estate gastronomica a Marta.

27/4 ago    Feste ai Borghi gastronomia, gare sprtive, folclore, musica a Ronciglione.

1/4         Sagra del Coregone a Capodimonte.

1/15       Fiera del Vino degustazione vini, corteo storico Defuc, mostre d'arte, spettacoli musicali, taverne aperte a Montefiascone.

1/15       Festeggiamenti popolari dei Santi Patroni, mostra mercato, palio dei somari, spettacoli musicali a Tuscania.

1/31       Estate Montaltese, spettacoli teatrali e visite a Vulci a Montalto di Castro.

2/4          Festa del Vino dei Colli del Tevere, mostre convegni, folclore, cantine aperte a Castiglione in Teverina.

2/4         "Aleatico in festa" a Gradoli.

3/4          "Giostra degli Sponsali" rievocazione storica del matrimonio tra Sante Vitelleschi e Costanza dell'Anguillara a Tarquinia.

3/4           Sagra della Pezzata a Villa San Giovanni in Tuscia.

4               Festa della Modonna della Neve a Monterosi e Tuscania.

10/14      Sagra della Lumaca a Graffignano.

10/15      Sagra della Lenticchia a Onano.

10/15      Festa del Vino a Vignanello.

10/16      Sagra della Patata a Grotte di Castro.

10/16       Sagra degli Gnocchi si mangia la sera in piazza a S. Lorenzo Nuovo.

11             Gara delle carrettelle a Ischia di Castro.

11             Sagra del ceciarello a Vejano.

14/15       Ferragosto Bolsenese mostre d'arte, spettacoli musicali e teatrali a Bolsena.

14/18       Sagra del Cavatello a Vitorchiano.

15          Processione sul mare a Tarquinia.

16          Festival Barocco (fino al 29 settembre) a Viterbo.

18          Sagra della Porchetta a Bagnaia.

23/25    Sagra della Carne Maremmana a Monteromano.

24/25    Sagra dei prodotti tipici maremmani a Blera.

24/25   "Ceniamo insieme" a Valentano.

24/25   Sagra della Zuppa a Vejano.

25/1      Feste Patronali di Sant'Ermete a Ischia di Castro.

31           Sagra della Nocciola (fino al 1 settembre) a Caprarola.

Settembre Ottobre

1             Fiera della Nocciola d'oro a Capranica.

1             Festa di S.Egidio, processione e spettacolo pirotecnico a Corchiano.

1/8         Ottava Medievale cortei,  gare di arcieri e sbandieratori, convegni, taverne aperte a Orte.

1             Sagra del Fagiolo a Sutri.

1             Festa Madonna del Soccorso con Sagra del Fungo Porcino a Vetralla.

2             Corteo storico e processione con il cuore di Santa Rosa a Viterbo.

3             Trasporto della Macchina di Santa Rosa è la manifestazione più importante della Tuscia, una torre alta 30 metri e pesante 5 tonnellate viene portata a spalla da 100 facchini tra le vie strette e buie della città. E' uno spettacolo unico al mondo a Viterbo.

4             Fiera di Santa Rosa a Viterbo.

7/29       A Porte Aperte, un museo nella città a Tarquinia.

8             "Patto d'amore" (processione al Santuario de La Quercia) a Viterbo.

15/29      Sagra del Fungo Porcino a Cura di Vetralla.

15           Mercatino dell'usato a Viterbo.

21/22     Mostra del Cavallo Maremmano a Canino.

22          "Scarpinata al Monte Rufeno" a Acquapendente.

4/13        Sagra delle Castagne corteo storico, spettacoli musicali, taverne aperte a Soriano nel Cimino.

5/6          "Scarpinata al Monte Rufeno" a Acquapendente.

12/27      Giornate della Castagna spettacoli musicali, mostre, cantine aperte a Canepina.

19/20      Sagra del Fungo Ferlengo a Tarquinia.

20            Mercatino dell'usato a Viterbo.

26/27    Sagra della Castagna e della Caldarrosta a San Martino al Cimino.

Novembre Dicembre

8/10      Salone della Bomboniera a Viterbo presso la fiera di Viterbo.

9/10      "Sagra di San Martino Funghi e Vino" mostra micologica con degustazione di funghi a Castiglione in Teverina.

17          Mercatino dell'usato a Viterbo.

1/8          Sagra dell'Olivo mostre spettacoli musicali, convegni, degustazione della bruschetta a Canino.

15           Mercatino dell'usato a Viterbo.

16/17     "Olio novello e vecchi sapori" a Vetralla.

21           Concerto di Natale a Viterbo.

25/31     Presepio vivente a Bassano in Teverina, Chia, Civita di Bagnoregio, Corchiano, Grotte di Castro, Sutri, Tuscania, Vetralla, Viterbo.

25/31     Presepio dei bambini a Carbognano.

25/31     Natale Castiglionese a Castiglione in Teverina.

25/31     Rassegna di presepi a Montefiascone e Tarquinia.

CURIOSITA' SULLE MANIFESTAZIONI

S.ANTONIO ABATE

Gennaio è il mese di Sant'Antonio Abate, che nella Tuscia viene festeggiato ovunque con cerimonie più o meno spettacolari. I riti più simbolici sembrano quelli di Sutri dove due capi famiglia (appartenenti rispettivamente alla "Società Vecchia" e alla "Società Nuova") vengono ogni anno estratti a sorte per custodire nelle loro case lo stendardo del Santo che viene collocato su coloriti altarini, nella camera più bella. Per una settimana le porte sono aperte a chiunque voglia far visita per una sosta di preghiera, con il gradito impegno da parte dei padroni di casa di offrire biscotti, vino ed altre specialità locali. A Tuscania la festa di Sant'Antonio è l'occasione per la prima sagra stagionale, quella della frittella di cavolfiore, che viene preparata in piazza nella duplice versione dolce e salata. A Gennaio si concludono anche le rappresentazioni dei presepi viventi, secondo un rituale diffuso oggi in numerose località della Tuscia. Iniziò trent'anni fa Corchiano il cui presepio resta uno dei più suggestivi e spettacolari.

LA "SETE" DI S.ORSIO

Vejano ricorda il patrono S. Orsio con la sagra più "eucaristica" tra le tante che si svolgono nel Viterbese: la "Sagra della Zuppa" (pane e vino). La manifestazione viene ripetuta, in forme più folcloristiche, in agosto, quando il paese è affollato di villeggianti. Secondo la tradizione, Orsio era un cavaliere di Carlo Magno che, a causa di una maledizione messagli addosso da un fattucchiere del tempo ("Ucciderai tuo padre, tua moglie e tuo figlio" commise effettivamente, per errore, il triplice omicidio. Per espiare l'atroce misfatto (su consiglio del pontefice Adriano I) si mise a pellegrinare per il mondo con gli occhi rivolti al cielo finché giunse al monte Sumano, trovato per caso nei pressi di Vicenza prima di morire. Il culto di S. Orsio venne introdotto a Vejano dagli Orsini quando si impossessarono di quel feudo. Gli abitanti del posto, in omaggio alla sete sofferta dal Santo durante i giorni dell'espiazione, organizzano la sera  la "Sagra della zuppa": al termine della Messa viene distribuito sul sagrato della Madonna del Suffragio una fetta di pane inzuppata nel vino. Il giorno seguente  il cartellone segnala la processione e i fuochi d'artificio. La manifestazione, come detto, viene ripetuta in agosto.

FRITTELLE & CURUNAS

Un ingrediente è il cavolfiore che viene impastellato con la farina, aromatizzato con un sospetto di cannella ed affogato nell'olio bollente del padellone allestito a Tuscania in occasione della festa di Sant'Antonio. Le frittelle, velate di zucchero (gustose anche in versione salata), vengono distribuite calde e fragranti ai numerosi forestieri. Dal momento che siete a Tuscania, non dimenticate di fare una visita alle famiglie etrusche Curunas e Vipinana. I loro stupendi sarcofagi sono custoditi nel Museo nazionale presso la chiesa-convento di Santa Maria del Riposo. I Curunas si presentano con una serie di personaggi appartenuti a più generazioni, dal 310 al 190 a.C. Quelli della tomba Vipinana, utilizzata da cinque generazioni, sono coevi e risalgono al 310-170 a.C.; la scoperta del sepolcreto risale al secolo scorso per merito della famiglia Campanari di Tuscania che dette grande impulso allo studio dell'etruscologia nella Tuscia. Si deve a loro la grande mostra allestita a Londra nel 1836.

CARNEVALE

Quello di Ronciglione è il più blasonato e spettacolare: oltre ai tradizionali carri allegorici e ai corsi mascherati, il cartellone prevede la singolare corsa di cavalli "a vuoto" senza fantino per le vie del paese, la "Galoppata degli Ussari" (in ricordo dei tempi dell'occupazione francese) e la pittoresca sfilata dei "Nasi rossi". Notevoli anche i Carnevali di Acquapendente (include la "Sagra della fregnaccia") e di Civita Castellana (fastosa la sfilata di mille bambini in maschera). Ma il Carnevale si fa sentire anche in molti altri centri della Tuscia Viterbese.

LA CORSA DEI BERBERI

Restiamo a Ronciglione. Il suo Carnevale è davvero unico: pensate alla corsa dei berberi, cavalli senza fantino lanciati tra la folla lungo le vie dell'abitato. Fino al secolo scorso la manifestazione si svolgeva a Roma, tra piazza del Popolo e piazza Venezia.

RIGATONI NEL PITALE

Un tempo erano il piatto forte della domenica o di particolari cerimonie, come quella della copertura del tetto nella casa in costruzione. Retrocessi da anni a posizione di retrovia, riacquistano di colpo fama e dignità a Ronciglione nel periodo di Carnevale. Il merito è dei Nasi rossi, una simpatica congregazione di buontemponi vestiti in camicia da notte e armati di improbabili pitali ricolmi di fumanti rigatoni al sugo che finiscono, nel migliore dei casi, nelle bocche delle esterrefatte signore. Il tutto si svolge nel pomeriggio del lunedì di Carnevale. Ecco gli ingredienti della salsa: macinato di manzo e di maiale, cipolla, carota, vino bianco asciutto, sedano, pelati, olio di oliva, un sospetto di “persa” (maggiorana) e di “greppello” (timo) e parmigiano grattugiato.

LE "FREGNACCE" DI ACQUAPENDENTE

Le chiamano così perché di scarso valore; in compenso contengono molte calorie. Ad Acquapendente le “Fregnacce" vanno in sagra durante il Carnevale. La ricetta è molto semplice: si parte dal brodo sgrassato, fatto con lo zampetto, la coda e l'orecchio del maiale; si aggiungono la farina per formare una "viuta" (impasto semiliquido) e, subito dopo, l'uovo, il pepe e il sale. Nella padella, unta con la cotica del prosciutto e lo strutto, si salta un pizzico d'impasto; ne risulta una specie di frittata da servire calda con uno spolvero di pecorino: se preferite la versione dolce, togliete il pecorino e aggiungete zucchero e cannella.

IL MERCATINO DELL'ANTICO

Si svolge a Viterbo, nel quartiere medioevale di San Pellegrino, ogni terza domenica del mese. Il punto di incontro è la piazzetta di San Carluccio dove si concentra il maggior numero di bancarelle su cui sono esposti gli oggetti più disparati di antiquariato e modernariato. Per la via San Pellegrino si entra nello storico quartiere medioevale.

IL PURGATORIO DI GRADOLI

Dopo le licenze di Carnevale, ecco le penitenze della Quaresima. Il giorno delle Ceneri i capannoni della Cantina Sociale di Gradoli si aprono ad oltre un migliaio di "penitenti" che iniziano la Quaresima con un pranzo a base di magro. Il menù è sempre quello, da secoli, certamente dal Cinquecento come attesta un documento che cita la Fratellanza del Suffragio, l'animatrice di questa singolare proposta. Oggi quella Fratellanza si chiama Confraternita del Purgatorio; i suoi membri si trasformano per un giorno in cuochi e camerieri e, senza l'aiuto delle donne (guai se ciò accadesse!), preparano il cosiddetto “Pranzo del Purgatorio”. Si comincia con i fagioli bianchi all'olio e, quindi, riso in brodo di tinca con interiora di luccio; luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso e condito con aglio, olio e prezzemolo; mele e vino con brindisi finale a base di aleatico locale. Le spese vive vengono sponsorizzate dagli stessi abitanti del posto che riacquistano all'asta pubblica quello che nei giorni precedenti hanno donato ai fratelli della Confraternita.

I CONCERTI DI PASQUA

Iniziano a Vetralla la domenica delle Palme. Il festival di musica sacra, giunto alla dodicesima edizione, propone spettacoli musicali, testi teatrali e mostre culturali riferiti ai temi della Passione di Cristo. Gli spettacoli si svolgono nella chiesa di San Francesco e al Duomo. L'occasione per meditare, attraverso momenti di intensa spiritualità, sul mistero della Settimana Santa.

LA SETTIMANA SANTA

I riti della Settimana Santa sono molto radicati nella cultura popolare di molti centri della Tuscia Viterbese. Alcune processioni del Cristo morto assumono aspetti di rara spettacolarità che rievocano le vibranti tensioni della Passione. A Bagnoregio viene portata a spalla una pregevole statua lignea del Cristo di scuola donatelliana. A Latera si eseguono nenie e canti popolari di raro interesse tramandati oralmente da padre in figlio (Christus, Stabat Mater, Miserere). A Vetriolo gli spettatori seguono processionalmente il corteo degli apostoli fino all'orto degli ulivi: di grande effetto l'impiccagione di Giuda e la crocefissione. Grande tripudio a Tarquinia, il giorno di Pasqua, per il festoso trasporto della statua del Redentore.

CRISTO RISORTO

A Tarquinia, nel tardo pomeriggio di domenica di Pasqua, la statua del Redentore viene portata a spalla da robusti facchini a passo svelto, lungo le vie cittadine, preceduta dal trasporto di pesanti croci inghirlandate d'alloro, tra spari di fucili caricati a salve.

VIVENZIO & NECROPOLI

Il lunedì di Pasqua si svolge a Blera il tradizionale pellegrinaggio alla Grotta di San Vivenzio presso Norchia (12 chilometri) tra preghiere e canti popolari intonati dalla confraternita "La Bianca". Giunti sul posto, dopo la Messa e l'omaggio all'eremo del Santo, si allestisce un pranzo al sacco (tra l'altro, pizze uova sode e salame). Poi, il ritorno al paese con arrivo nel tardo pomeriggio per la benedizione finale davanti alla chiesetta del Suffragio con il sottofondo della banda musicale. Blera e Norchia (partenza e arrivo del pellegrinaggio) vantano necropoli rupestri di rara suggestione (dal VII al II sec. a.C.). A Blera i sepolcreti etruschi più spettacolari sono quelli di Pian del Vescovo (tomba della Sfinge), dei Terrone, della Casetta e di Grotta Penta. A Norchia la vasta necropoli (IV-II sec. a.C.) si scopre tra una vegetazione selvaggia da cui emergono monumenti funerari scavati nel tufo.

MAGGIO: IL MESE DEI FIORI

Selvatici, coltivati, coloriti, profumati: a maggio i fiori sono i protagonisti delle feste campestri e di paese. Le composizioni più artistiche le riconosciamo nei “Pugnaloni” di Acquapendente, quelle più spontanee appartengono alle "Fontane" che colorano la pittoresca processione della “Barabbata” a Marta. A Viterbo i fiori decorano un'intera contrada: il rosso-geranio sul grigio del “peperino” disegna, nel quartiere medioevale di San Pellegrino, contrasti irripetibili. Fiori di campo anche a Vetralla per celebrare il tradizionale "Sposalizio dell'albero". Fiori in vetrina nel "Museo del Fiore" di Acquapendente (è il mese migliore per visitarlo) e fiori all'occhiello o sulle labbra il 1° maggio, il giorno della classica scampagnata fuori porta, tra i prati della Tuscia Viterbese dove emergono qua e là le antiche pietre di necropoli rupestri, pievi, rocche e castelli. Notevoli i sepolcreti campestri di Norchia, Castel d'Asso e San Giuliano scavati completamente nel tufo.

LA BARABBATA

E’ la festa della Madonna del Monte  che celebra a Marta la fertilità della terra. Gli uomini, divisi in categorie (le antiche corporazioni), si recano in processione al piccolo Santuario situato a poco meno di un chilometro dalle rive del lago di Bolsena. Sono i "casenghi" a cavallo, i "bifolchi", i "villani" e i "pescatori", che portano carri, animali, zappe, vanghe, barche, lenze, reti, unitamente a coloriti trofei chiamati “Fontane”. Il corteo procede tra preghiere e inni mariani su un interminabile tappeto di fiori di campo. Giunti al Santuario, i fedeli assistono alla Messa; poi si dà luogo alle tradizionali "Passate": tre giri della chiesa, entrando dalla porta principale e uscendo da una secondaria dietro il presbiterio, che ogni "categoria" compie in omaggio alla Madonna. L’origine della festa è di vecchia data e forse risale al culto della dea Maia, la dea della fertilità, cui venivano dedicate feste e templi per ottenerne i favori. La "Barabbata" è anche l'occasione per gustare formaggi e ricotte che vengono preparati davanti al Santuario.

I PUGNALONI

Secondo la tradizione l'origine risale al 1166, quando Acquapendente era governata da un tiranno del Barbarossa. "E' più facile che quel ciliegio ormai secco da anni fiorisca - avrebbero amaramente commentato due contadini di allora - che il nostro paese possa liberarsi all'invasore". L'improvvisa e miracolosa fioritura del ciliegio venne accolta come un segno divino della Madonna che dette agli acquesiani la forza e l'entusiasmo per la rivolta. In ricordo di quell'evento si infiocchettavano un tempo i "pungoli" (bastoni di legno) usati per stimolare e guidare i buoi, che oggi sono diventati "Pugnaloni", enormi mosaici in gran parte composti di fiori con immagini sulla libertà. Nel tardo pomeriggio del 16 maggio vengono portati in processione dalla Cattedrale del Santo Sepolcro fino al palazzo comunale i "Pugnaloni" sono una quindicina, vengono realizzati la notte precedente da gruppi di giovani divisi in quartieri; dopo la processione si procede al non facile compito della scelta dei migliori per l'assegnazione dei premi.

ACQUAPENDENTE: MUSEO DEL FIORE

E’ allestito ad Acquapendente in un casale (chiamato Giardino) all'interno della riserva naturale di monte Rufeno, a circa 5 chilometri dal centro abitato. E’ l'unico del genere nella Tuscia Viterbese e uno dei pochi in Italia. Accoglie nei tre piani, completamente ristrutturati, sezioni tematiche sull’introduzione al mondo del fiore. I fiori della riserva del monte Rufeno, "La morfologia del fiore", "Insetti e fiori” "Le curiosità nei fiori" e “ I fiori e l'uomo". Sono anche a disposizione dei visitatori appositi strumenti per odorare i fiori. Ampia documentazione sulla composizione dei “Pugnaloni". Completano l'allestimento illustrazioni, foto, pannelli, plastici e strumenti informatici. All'esterno, un ampio giardino è disponibile per pranzi al sacco.

CORPUS DOMINI

Bolsena ha tutte le ragioni per rivendicare la leadership fra le città "miracolate" dall'Ostia consacrata. Il protagonista dell'evento, un tale sacerdote Pietro di Boemia, tormentato dai dubbi sulla presenza del corpo di Cristo nelle specie del pane e del vino, mentre celebrava la Messa (1263) sull'altare di Santa Cristina nell'omonima Collegiata, vide sgorgare il sangue dall'Ostia che macchiò il corporale e le pietre sottostanti. Urbano IV nel 1264 proclamerà il miracolo del Corpus Domini cui è legata la costruzione del Duomo nella vicina Orvieto, sede di diocesi. In occasione della festa del 6 giugno, Bolsena ammanta di fiori le vie del centro storico per una interminabile processione con il clero, i fedeli, la banda musicale e gli sbandieratori. Merita una visita il "Museo territoriale del lago di Bolsena" allestito nel castello Monaldeschi che si innalza sui tetti del borgo medioevale. Dalle sue finestre si ammira lo stupendo panorama del lago di Bolsena.

BASSANO ROMANO

I "Mercatini del '600" sono un omaggio agli anni d'oro, vissuti agli inizi del XVII secolo sotto il marchesato dei Giustiniani a cui si deve una radicale trasformazione urbanistica del paese. In precedenza il feudo appartenne agli Orsini e agli Anguillara. Il monumento più prestigioso è il palazzo Odescalchi, recentemente acquisito dalla Soprintendenza ai beni ambientali, artistici e architettonici del Lazio. Nel piano nobile si fa notare, su tutte, la sala dipinta da Francesco Albani, dedicata al mito di Fetonte, che nella volta propone un grandioso effetto pittorico. Vi sono raffigurate la caduta di Fetonte dal carro, e alle pareti, le nefaste conseguenze sulla terra: i boschi bruciano, Galatea fugge con il suo seguito, Nettuno appare irato nel suo carro, le acque si ritirano scoprendo i corpi delle Sirene. Al Domenichino si devono le storie della vita di Diana e a Paolo Guidotti Farnese le allegorie della "Aeterna felicitas". Di Bernardo Castello sono le "Storie di Psiche", mentre ai seguaci di Antonio Tempesti vengono riconosciuti i paesaggi di fantasia che decorano le stanze delle "Quattro Stagioni".

TEATRO DI FERENTO

Si raggiunge da Viterbo (8 km.) lungo la strada per Bagnoregio. Il teatro è il monumento più evidente fra i ruderi della città romana di Ferento sorta in seguito alla distruzione di un pagus etrusco delle vicinanze. Una epigrafe del II secolo d.C. la definisce "splendidissima civitas"; in realtà era dotata di un ordinato assetto urbano tagliato in due dalla strada "Ferentiensis" (decumano in parte visibile), con il teatro, il foro, l'augusteo (si contavano 66 statue), un portico intorno a un laghetto, le terme e vari luoghi di culto. Gli scavi avviati nel 1901 e ripresi nel 1928 hanno restituito alla luce il teatro e parte delle terme. La città conobbe il massimo splendore in età augustea, allorquando venne costruita la maggior parte degli edifici. Vi nacque Flavia Domitilla che sposò Vespasiano e fu madre di Tito. Successivamente, dopo la caduta dell'impero, l'abitato si organizzò intorno al teatro, dove, nell'alto Medioevo, vennero costruite con materiali di risulta casupole e botteghe che presto assunsero a rango di fortezza. Intorno al 1170-1172 la città venne rasa al suolo dai viterbesi che impedirono una nuova costruzione dell'abitato.

MISTERI DI SANTA CRISTINA

Si svolgono a Bolsena, rievocano in una decina di quadri plastici, su occasionali palchi nel centro storico, le tribolazioni cui venne sottoposta la giovane Cristina al tempo delle persecuzioni cristiane, da cui uscì indenne fino alla morte sotto le frecce dei carnefici guidati dal padre. Le rappresentazioni teatrali, affidate a gruppi di improvvisati attori del posto, sono quanto resta di un culto popolare che in passato era più complesso e articolato. Le scene si animano di personaggi silenziosi e statici (oltre un centinaio): Santa Cristina galleggia sulla pietra del lago; supplizio della ruota; il carcere; supplizio della fornace; i diavoli; la flagellazione; la distruzione degli idoli spezzati; le aspidi; la morte per saette; la deposizione nel sepolcro. L’eroina di Bolsena, vissuta nel III secolo, è venerata in molti luoghi: a Palermo, a Gallipoli, nel Vicentino, a Ravenna, in Francia, in Germania, perfino in Finlandia. Il culto iniziò nel IV secolo, ma per le redazioni ufficiali del suo martirio, peraltro leggendarie, si dovrà attendere il IX secolo.

ISCHIA DI CASTRO

Almeno tre le sorprese di questo piccolo paese dell'Alta Tuscia ai confini con la Toscana: il museo, le necropoli etrusche e i ruderi dell'antica città di Castro. Il museo espone reperti etruschi e rinascimentali dell'area di Castro: corredi funerari della civiltà del Rinaldone, sculture etrusche delle necropoli castrensi, reperti del periodo romano e longobardo, affreschi "strappati" del XII secolo ed un portale attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Nella necropoli, notevoli una tomba monumentale a semidado del VI secolo, la "Tomba della biga" e alcune tombe ipogee con lungo dromos, vestibolo a cielo aperto e camera sepolcrale. La biga etrusca di Castro (VI a.C.), rinvenuta dal Centro Belga di Ricerche Etrusco-Italiche, venne esposta a Viterbo, dopo un lungo restauro, nel 1986 ed è momentaneamente custodita a Roma (Villa Giulia) in attesa di una definitiva sistemazione. I ruderi della città cinquecentesca di Castro sono quanto resta della città (capitale dell'omonimo ducato famesiano) progettata da Antonio da Sangallo il Giovane e completamente distrutta nel 1649 dalle truppe pontificie di Innocenzo X.

SANTE E COSTANZA, SPOSI

Anno di grazia 1451: il nobile cornetano Sante Vitelleschi, conte Imperiale e cavaliere per la carriera militare, nipote del Vescovo Bartolomeo, si unisce in matrimonio con Costanza dell'Anguillara, nobile romana, figlia di Giacomo, che indossa un abito di seta e preziosi per un valore di 1700 ducati. Il regalo più prestigioso è quello del Comune di Corneto (Tarquinia) che offre agli sposi massicci boccali d'argento. La rievocazione dello storico matrimonio (“La giostra degli sponsali”) è in programma a Tarquinia. Corteo Storico, gioco del Saracino e cena medioevale in piazza Santa Maria in Castello: crostini del capocaccia, pappardelle al cinghiale, bocconi del Re, cosciotto alla Canossa, frutti del Feudo, biscotti della Regina, elisir della Strega, vino del contado, acqua di pozzo. La chiesa di Santa Maria in Castello è uno degli edifici romanici più splendidi della Tuscia Viterbese. Eretta nel 1121, presenta un interno maestoso a tre navate divise da poderosi pilastri.

LA LEGGENDA DELL'EST! EST!! EST!!!

La triplice esclamazione è dedicata a Giovanni Defuc che ha reso celebre il vino di Montefiascone. La sua lastra tombale, all'interno di San Flaviano, riporta il singolare epitaffio "Per il troppo Est qui morì il mio signore", scritto con encomiabile zelo dal suo servitore Martino. Ecco la leggenda. Nel 1111, Martino viaggiava con alcuni giorni di anticipo sul gruppo imperiale diretto a Roma (forse da Augusta) per l'incoronazione di Enrico V: ne facevano parte scudieri, prelati, nobili, pellegrini, darne, cavalieri, mercanti e un tale Giovanni Defuc (per alcuni un abate), amante dei vino e della buona tavola. Martino, fedele servitore di Defuc aveva il compito di un sommelier ante litteram: ispezionava cioè le varie cantine lungo il percorso alla ricerca del vino buono. Quando lo trovava, scriveva sulla porta Est, ovverosia c'è. Se era ottimo raddoppiava l'indicazione con Est, Est. Giunto a Monteflascone, dopo aver assaggiato il moscatello del posto, non esitò a rafforzare l'affermazione con un triplice Est! Est!! Est!!! A Defuc non sfuggì la puntigliosa raccomandazione; anzi di ritorno da Roma, decise di fermarsi per sempre a Montefiascone dove morì alcuni anni dopo, si dice per il troppo bere.

IL "CAVATELLO"

Va in sagra a Vitorchiano. Per l'occasione si apparecchiano lunghe tavolate nella piazzetta del centro storico tra le antiche pietre di eleganti palazzotti e una fontana in peperino di stile viterbese. Il "cavatello" appartiene alla grande famiglia dei “lombrichelli” un impasto di acqua e farina ridotto col palmo della mano in spaghettoni della forma di un lombrico. In genere viene servito con i condimenti più vari: il più accreditato resta comunque un sugo semplice al pomodoro imbiancato da uno spolvero di pecorino piccante. Vitorchiano si porta appresso da secoli il titolo di “fedele”. Fedele a Roma nelle lunghe lotte dei secoli bui contro la città di Viterbo; per questo gesto di amicizia ebbe il privilegio, che conserva tuttora, di essere rappresentata in Campidoglio da un Connestabile e da alcuni valletti in costumi cinquecenteschi.

VILLA LANTE A BAGNAIA

La festa di San Rocco è l'occasione per una visita al borgo di Bagnaia e alla scenografica Villa Lante ma è anche il pretesto per gustare la prelibata porchetta ed alcuni piatti tipici nei ristoranti e trattorie del posto. La Villa Lante occupa la parte orientale del parco voluto dal card. Riario verso la fine del Quattrocento per essere destinato a riserva di caccia. Progettata nel 1569 dal card. Giovan Francesco de Gambara, forse su disegno del Vignola e con il sostegno tecnico di Tommaso Ghinucci, la Villa si compone di alcune terrazze (su ognuna delle quali è posta una fontana), di due palazzine gemelle e di un giardino con la spettacolare fontana del Quadrato. L’album d'onore è abbastanza prestigioso: CarloBorromeo (1580), Michel de Montaigne (1581), una delegazione di ambasciatori giapponesi (1585), vari pontefici (Gregorio XIII, Pio VII), e, recentemente, il principe di Galles, Carlo di Inghilterra. E’ possibile visitarla ogni giorno, tranne lunedì, Capodanno, il 1° Maggio e Natale.

FERRAGOSTO A BOLSENA

A Ferragosto il centro storico di Bolsena, aggrappato al castello Monaldeschi, si anima di un singolare mercato artigianale con spettacoli folcloristici e musicali, mostre d'arte, tavoli all'aperto per degustazioni di ogni genere, giochi popolari ed altro. Dai belvedere si spazia con lo sguardo sul lago le cui acque limpide assicurano alla mensa gustosi coregoni, oltre alle rinomate anguille ricordate da Dante nel Purgatorio. Nelle sale del castello è allestito il museo territoriale del lago di Bolsena: plastici, documentazione archeologica, ceramiche medioevali e sezione dedicata alla pesca. Nella collegiata di Santa Cristina si possono visitare l'altare del miracolo del Corpus Domini e le catacombe cristiane. Gradevole passeggiata lungo il viale Colesanti, all'ombra di secolari platani tra cespugli di ortensie, fino al porticciolo da dove un piccolo battello conduce all'isola Bisentina.

L'ASSUNTA DI TARQUINIA

Da non perdere la "Processione del mare" a Tarquinia: la notte di Ferragosto la statua della Madonna Assunta molleggia silenziosa alla testa di un corteo di barche illuminate, a breve distanza dalla riva. Subito dopo si scatena un grandioso spettacolo pirotecnico che avvampa il mare e la spiaggia: è il primo segnale dell'estate che se ne va.

MONTEROMANO: SAGRA DELLA CARNE MAREMMANA

La sala da pranzo è allestita nella grande piazza di Monteromano al cospetto della parrocchiale settecentesca. Nelle ore di punta  si contano più di mille commensali. Cucina, griglie e fuochi sono improvvisati, ma funzionali, con premurose ragazze che servono carne alla brace, spezzatino di vitella, trippa al sugo, fagioli in umido, patate fritte, vino e dolcetti del posto. L'occasione per visitare l'Antiquarium (reperti etruschi e romani) e per una rapida escursione alla Rocca Respampani a pochi chilometri dall'abitato.

PALAZZO FARNESE E NOCCIOLE

Due buoni pretesti per una escursione a Caprarola tra i boschi dei Cimini, le cui campagne sono percorse da lunghi filari di noccioleti. Il paese è dominato dalla spettacolare mole del palazzo Farnese, capolavoro del Manierismo italiano, voluto dal cardinale Alessandro il giovane e realizzato verso la fine del Cinquecento su disegno del Vignola. Nel piano nobile si apre una serie di sale affrescate tra il 1560 e il 1576 da Federico e Taddeo Zuccari e da numerosi altri artisti fra cui il Bertoja, Giovanni de' Vecchi, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese e Antonio Tempesti. Notevoli le sale dei Fatti d'Ercole, dei Fasti Farnesiani, del Concilio di Trento, degli Angeli e del Mappamondo. Nel parco-giardino si ammirano alcune fontane monumentali e la palazzina del Piacere. Vi ha fatto visita di recente l'erede al trono Carlo d'Inghilterra.

LA "MACCHINA DI SANTA ROSA"

E’ alta 30 metri, pesa 5 tonnellate e il 3 settembre di ogni anno viene trasportata, sulle spalle, da cento “Facchini" tra le vie abbuiate di Viterbo, da porta Romana alla chiesa di Santa Rosa. Durante il percorso, di circa un chilometro (compiuto in circa un'ora), effettua cinque soste: piazza Fontana Grande, piazza del Plebiscito, piazza delle Erbe, chiesa del Suffragio e piazza Verdi. L’ultimo tratto, in ripida salita, viene affrontato a passo di corsa. Negli ultimi tempi si è affermata la tradizione di cambiare il modello della "Macchina ogni cinque anni: quello attuale (1998-2002) è stato realizzato da Cappabianca - Andreoli - Cesarini che hanno superato a pieni voti il concorso-appalto indetto dal Comune. Negli ultimi anni si è diffusa l'usanza di battezzare le varie “Macchine” con uno slogan (“Volo d'angeli”, la "Spirale dell'amore", "Armonia celeste", "Sinfonia d'archi"). Quella attuale viene chiamata "Una Rosa per il Duemila". Per i Viterbesi la "Macchina" passa da sempre, o meglio dal 1258, quando il corpo della giovane Rosa venne riesumato dal pontefice Alessandro IV e "trasportato" sulle spalle di alcuni cardinali nella chiesa di San Damiano (oggi di Santa Rosa).

LA MACCHINA DAL 1654

Per gli storici il primo documento risale al 1654; a quel tempo la "Macchina di Santa Rosa" era però un modesto baldacchino. Nel Museo Civico di Viterbo e in quello del "Sodalizio dei facchini" c'è abbastanza materiale informativo sulle precedenti edizioni: disegni foto, costumi, documenti, modelli, video cassette ed altro. La storia è ricca di episodi anche drammatici l'ultimo dei quali si verificò alcuni anni fa,quando la "Macchina" a pochi passi dall'arrivo, davanti al sagrato di Santa Rosa, sbandò paurosamente tra la folla in preda al panico. Numerosi gli ospiti-vip (pontefici, regnanti, personaggi della cultura e dello spettacolo); applauditissimo, nel 1984, il papa Giovanni Paolo II. Il "motore umano" è nei muscoli dei “facchini" che simboleggiano l'animo dei Viterbesi e la forza della fede.

CANEPINA

Un detto maligno di qualche decennio fa, quando il turismo ruotava intorno ai centri blasonati, ammoniva "Canepina passa e cammina", come a dire “E’ inutile fermarsi, qui non c'è nulla da vedere”. La rivoluzione socio-ecologica degli ultimi tempi ha rivalutato, grazie a Dio, le località cosiddette "minori" dove si vive bene e si mangia meglio. Ed è proprio sulla buona tavola che Canepina ha puntato tutte le sue forze, attrezzando i castagneti (si producono i famosi "marroni") ed aprendo al pubblico un piccolo museo della civiltà contadina e le monumentali cantine scavate nel ventre della rupe dove s'apposta il centro storico. Il mese consigliato per un insolito week end è ottobre, quando l'aria annuncia i profumi dei primi freddi invernali. La regina della festa è la castagna che viene onorata con grandi bracieri allestiti nelle piazzette del paese a due passi dalle cantine che si trasformano in accoglienti osterie per la degustazione delle specialità del posto “maccaroni, fieno e ceciliani” soprattutto, ma anche fagioli, bruschette, salsicce, pollo in padella, trippa, abbacchio alla cacciatora ed altro.

LE CALDARROSTE DI INNOCENZO X

Il pontefice (Giovan Battista Pamphilj 1645-1655) fece visita a Viterbo, per la seconda volta, nell'ottobre del 1653, accompagnato da uno stuolo di oltre quattrocento persone fra notabili , principi della Chiesa, dame, cavalieri, faccendieri, cuochi, servitori, cavalleggeri, "svizzeri", tronibetti ed altri. Al suo arrivo i viterbesi gli riservarono grandi onori, che il vecchio pontefice ripagò, però, con scarso entusiasmo. Si racconta che in occasione della visita alla Villa del Barco della “terribile” cognata Olimpia Maidalchini, i fedeli servitori prepararono un'originale sorpresa: fecero trovare fragranti caldarroste (molto apprezzate dal papa) dentro i ricci di un albero di castagno. In ricordo di tale insolita circostanza, i Sammartinesi allestiscono ogni anno alla fine di ottobre la "Sagra della castagna e della caldarrosta” cui si unisce la degustazione di alcuni piatti tipici del posto.

IL PRESEPIO

Alla fine l'ha spuntata sull'albero nord-europeo che per anni ha insidiato il suo prestigio. C'è una novità: in passato il presepio è stato spesso "trattato" in chiave sociale (ricordate i paesaggi di Betlemme trasformati in campi di concentramento col filo spinato?), o per rimarcare i drammi del nostro secolo: droga, violenza, razzismo ed altro. Il ritorno agli schemi tradizionali con pastori, laghetto o pecorelle semmai concede qualche spazio di troppo alla ricostruzione di “spaccati” urbani molto suggestivi, ma poco natalizi. Il presepio è anche l'occasione di incoraggianti aggregazioni fra giovani, impegnati in regie di quadri "viventi" che recuperano gli antichi mestieri e le usanze di vita paesana. Il primo a "rnuoversi" è stato quello di Corchiano alcuni decenni fa: la scena è quella di un ambiente campestre a ridosso del centro storico. In altri centri si ricorre alle magiche emozioni di antichi abitati, attraversati da piazzette e viuzze tra chiaroscuri incredibili. Quello di Civita di Bagnoregio non trova l'eguale: merito di quel cono argilloso su cui s'apposta, traballante, il paese dei calanchi.

Per maggiori informazioni prova a cliccare sul sito del comune.

Segnalateci ulteriori manifestazioni, feste ed eventi particolari che si svolgono nella provincia di Viterbo, ogni vostro contributo sarà ben lieto di essere accolto. Grazie

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