L'elenco che segue rappresenta le principali manifestazioni, feste e tradizioni popolari della Tuscia: |
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Gennaio | Febbraio |
1 e
6 Presepio vivente a
Bassano in Teverina, Chia, Civita di Bagnoregio, Corchiano, Grotte di Castro, Sutri, Tuscania, Vetralla, Viterbo.
1 e 6 Presepio dei bambini a Carbognano. 1 e 6 Natale Castiglionese a Castiglione in Teverina. 1 e 6 Rassegna di presepi a Montefiascone e Tarquinia. 17 Feste di S. Antonio a Acquapendente, Bagnaia, Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Canino, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Cellere, Corchiano, Grotte di Castro, Latera, Monte Romano, Nepi, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vetralla e Vejano. 20 Mercatino dell'usato a Viterbo. 27 "Maratonina dei tre comuni" Castel S. Elia, Nepi e Civita Castellana. 28/29 Sagra della Zuppa a Vejano. |
7/12
Carnevale con carri allegorici e corsi mascherati a
Acquapendente, Civita Castellana e Ronciglione. 13 "Pranzo del Purgatorio" a Gradoli. 17 Mercatino dell'usato a Viterbo.
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Marzo | Aprile |
17 Mercatino dell'usato a Viterbo. 24/1 apr. "Concerti di Pasqua" a Vetralla. 25 Festa dell'Annunziata a Grotte di Castro. 25 Fiera dell'Annunziata a Viterbo. 29 Processione del Venerdì Santo (Rievocazione della passione di Cristo) a Bagnaia, Bagnoregio, Bassano Romano, Blera, Canino, Capodimonte, Civita di Bagnoregio, Capranica, Carbognano, Corchiano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Montefiascone, Monteromano, Onano, Orte, Tarquinia, Tuscania, Valentano, Vejano e Vetriolo. 31 Lancio di Colombe Bianche a Soriano nel Cimino. 31 Processione del Cristo Risorto (trasporto della statua del Cristo benedicente) a Tarquinia. |
1 Pellegrinaggio di 12 km alla Grotta di San Vivenzio (Norchia) a Blera, tra preghiere e canti liturgici. 7 Festa della Merca a Tarquinia in loc. Roccaccia. 21 "Giostra delle Contrade" dal sapore medievale a Tarquinia. 21 Mercatino dell'usato a Viterbo. 25/28 Sagra del Biscotto e Palio di S.Anselmo a Bomarzo. 28 "San Pellegrino in fiore" itinerario floreale nel quartiere medievale a Viterbo (fino al 1° maggio). |
Maggio | Giugno |
1 Festa campestre dell' "Attozzata" distribuzione di pane e ricotta a Barbarano Romano.1 Passeggiata tra i Calanchi a Civita di Bagnoregio.1 Festa della Merca: marcatura bestiame, gimcane equestri e rodei a Monte Romano. 1 /5 Mostra mercato delle macchine agricole e "Tarquinia in Festa" con mercatini artigianali, manifestazioni e musica a Tarquinia.1/5 Fiera di Tuscania a Tuscania. 8 "Sposalizio dell'albero" a Vetralla presso il convento di S. Angelo sul Monte Fogliano. 12 Pellegrinaggio di 12 km alla Grotta di San Vivenzio (Norchia) a Blera. (replica) 14 Festa della Madonna del Monte la cosiddetta "Barabbata" celebrando la fertilità della Terra a Marta. 19 Festa della Madonna del Fiore con l'esposizione dei "Pugnaloni" (grandi composizioni floreali) a Acquapendente. 19 Mercatino dell'usato a Viterbo. 19 Sagra del Latterino a Marta. 19 Palio delle Contrade a Sipicciano. 19/20 Festa di S. Bernardino a Torre Alfina. 19/20 Fiera del Cedro e delle merci a Valentano. 26 Maratonina del Lago di Vico a Ronciglione. |
1/9
Palio del Saracino (corteo storico, mostre, taverne aperte) a
Nepi. 2 Corsa di asini con fantino "La Tonna" a Civita di Bagnoregio. 2 Processione del Corpus Domini con infiorata a Bolsena, Barbarano Romano, Capodimonte, Onano, San Lorenzo Nuovo, Sutri, Tuscania, Valentano, Vejano, Vignanello, Vitorchiano. 2 Nepi Fiorita a Nepi. 2 Fiori alle finestre e cene in cantina a Vetralla. 13 Festa di S.Antonio da Padova a Acquapendente, Bolsena, Caprarola. 16 Mercatino dell'usato a Viterbo. 21/23 Mostra mercato animali da cortile a Bagnaia. 23 Sagra della Gavinella (varietà di pasta fatta a mano) a Carbognano. 23/24 Festa di S. Giovanni Battista: fiera di merci e bestiame a San Lorenzo Nuovo. 24 Festa della Madonna della Folgore con Palio dei Somari a Vetralla. |
Luglio | Agosto |
1/4
ago Soriano Estate a
Soriano nel Cimino. 1/7 Ludika 1243 rievocazione, folklore, giochi medievali e sfilate con battaglie in costume a Viterbo. 6/7 "I mercatini del Seicento" a Bassano Romano. 6/28 "Civitafestival" a Civita Castellana. 7 Festa del Pesce a Bolsena. 10/10 ago Stagione teatrale estiva a Ferento (Viterbo). 15/15ago Estate Tuscanese a Tuscania. 20/21 Sagra della Cannaiola degustazione del vino tipico a Marta. 21 Sagra dell'Acquacotta a Capranica. 21 Mercatino dell'usato a Viterbo. 23/24 "Misteri di Santa Cristina" rappresentazione di quadri sulla storia della Santa a Bolsena. 27/28 A.M.A. Ischia di Castro: rassegna d'arte, musica, artigianato, corteo storico a Ischia di Castro. 27/18 ago Estate gastronomica a Marta. 27/4 ago Feste ai Borghi gastronomia, gare sprtive, folclore, musica a Ronciglione. |
1/4 Sagra del Coregone a Capodimonte. 1/15 Fiera del Vino degustazione vini, corteo storico Defuc, mostre d'arte, spettacoli musicali, taverne aperte a Montefiascone. 1/15 Festeggiamenti popolari dei Santi Patroni, mostra mercato, palio dei somari, spettacoli musicali a Tuscania. 1/31 Estate Montaltese, spettacoli teatrali e visite a Vulci a Montalto di Castro. 2/4 Festa del Vino dei Colli del Tevere, mostre convegni, folclore, cantine aperte a Castiglione in Teverina. 2/4 "Aleatico in festa" a Gradoli. 3/4 "Giostra degli Sponsali" rievocazione storica del matrimonio tra Sante Vitelleschi e Costanza dell'Anguillara a Tarquinia. 3/4 Sagra della Pezzata a Villa San Giovanni in Tuscia. 4 Festa della Modonna della Neve a Monterosi e Tuscania. 10/14 Sagra della Lumaca a Graffignano. 10/15 Sagra della Lenticchia a Onano. 10/15 Festa del Vino a Vignanello. 10/16 Sagra della Patata a Grotte di Castro. 10/16 Sagra degli Gnocchi si mangia la sera in piazza a S. Lorenzo Nuovo. 11 Gara delle carrettelle a Ischia di Castro. 11 Sagra del ceciarello a Vejano. 14/15 Ferragosto Bolsenese mostre d'arte, spettacoli musicali e teatrali a Bolsena. 14/18 Sagra del Cavatello a Vitorchiano. 15 Processione sul mare a Tarquinia. 16 Festival Barocco (fino al 29 settembre) a Viterbo. 18 Sagra della Porchetta a Bagnaia. 23/25 Sagra della Carne Maremmana a Monteromano. 24/25 Sagra dei prodotti tipici maremmani a Blera. 24/25 "Ceniamo insieme" a Valentano. 24/25 Sagra della Zuppa a Vejano. 25/1 Feste Patronali di Sant'Ermete a Ischia di Castro. 31 Sagra della Nocciola (fino al 1 settembre) a Caprarola. |
Settembre | Ottobre |
1 Fiera della Nocciola d'oro a Capranica. 1 Festa di S.Egidio, processione e spettacolo pirotecnico a Corchiano. 1/8 Ottava Medievale cortei, gare di arcieri e sbandieratori, convegni, taverne aperte a Orte. 1 Sagra del Fagiolo a Sutri. 1 Festa Madonna del Soccorso con Sagra del Fungo Porcino a Vetralla. 2 Corteo storico e processione con il cuore di Santa Rosa a Viterbo. 3 Trasporto della Macchina di Santa Rosa è la manifestazione più importante della Tuscia, una torre alta 30 metri e pesante 5 tonnellate viene portata a spalla da 100 facchini tra le vie strette e buie della città. E' uno spettacolo unico al mondo a Viterbo. 4 Fiera di Santa Rosa a Viterbo. 7/29 A Porte Aperte, un museo nella città a Tarquinia. 8 "Patto d'amore" (processione al Santuario de La Quercia) a Viterbo. 15/29 Sagra del Fungo Porcino a Cura di Vetralla. 15 Mercatino dell'usato a Viterbo. 21/22 Mostra del Cavallo Maremmano a Canino. 22 "Scarpinata al Monte Rufeno" a Acquapendente. |
4/13
Sagra delle Castagne corteo storico, spettacoli musicali, taverne
aperte a Soriano nel Cimino.
5/6 "Scarpinata al Monte Rufeno" a Acquapendente. 12/27 Giornate della Castagna spettacoli musicali, mostre, cantine aperte a Canepina. 19/20 Sagra del Fungo Ferlengo a Tarquinia. 20 Mercatino dell'usato a Viterbo. 26/27 Sagra della Castagna e della Caldarrosta a San Martino al Cimino. |
Novembre | Dicembre |
8/10 Salone della Bomboniera a Viterbo presso la fiera di Viterbo. 9/10 "Sagra di San Martino Funghi e Vino" mostra micologica con degustazione di funghi a Castiglione in Teverina. 17 Mercatino dell'usato a Viterbo. |
1/8
Sagra dell'Olivo mostre spettacoli musicali, convegni, degustazione
della bruschetta a Canino.
15 Mercatino dell'usato a Viterbo. 16/17 "Olio novello e vecchi sapori" a Vetralla. 21 Concerto di Natale a Viterbo. 25/31 Presepio vivente a Bassano in Teverina, Chia, Civita di Bagnoregio, Corchiano, Grotte di Castro, Sutri, Tuscania, Vetralla, Viterbo. 25/31 Presepio dei bambini a Carbognano. 25/31 Natale Castiglionese a Castiglione in Teverina. 25/31 Rassegna di presepi a Montefiascone e Tarquinia. |
CURIOSITA' SULLE MANIFESTAZIONI | |
Gennaio è il mese di Sant'Antonio Abate, che nella Tuscia viene festeggiato ovunque con cerimonie più o meno spettacolari. I riti più simbolici sembrano quelli di Sutri dove due capi famiglia (appartenenti rispettivamente alla "Società Vecchia" e alla "Società Nuova") vengono ogni anno estratti a sorte per custodire nelle loro case lo stendardo del Santo che viene collocato su coloriti altarini, nella camera più bella. Per una settimana le porte sono aperte a chiunque voglia far visita per una sosta di preghiera, con il gradito impegno da parte dei padroni di casa di offrire biscotti, vino ed altre specialità locali. A Tuscania la festa di Sant'Antonio è l'occasione per la prima sagra stagionale, quella della frittella di cavolfiore, che viene preparata in piazza nella duplice versione dolce e salata. A Gennaio si concludono anche le rappresentazioni dei presepi viventi, secondo un rituale diffuso oggi in numerose località della Tuscia. Iniziò trent'anni fa Corchiano il cui presepio resta uno dei più suggestivi e spettacolari. Vejano ricorda il patrono S. Orsio con la sagra più "eucaristica" tra le tante che si svolgono nel Viterbese: la "Sagra della Zuppa" (pane e vino). La manifestazione viene ripetuta, in forme più folcloristiche, in agosto, quando il paese è affollato di villeggianti. Secondo la tradizione, Orsio era un cavaliere di Carlo Magno che, a causa di una maledizione messagli addosso da un fattucchiere del tempo ("Ucciderai tuo padre, tua moglie e tuo figlio" commise effettivamente, per errore, il triplice omicidio. Per espiare l'atroce misfatto (su consiglio del pontefice Adriano I) si mise a pellegrinare per il mondo con gli occhi rivolti al cielo finché giunse al monte Sumano, trovato per caso nei pressi di Vicenza prima di morire. Il culto di S. Orsio venne introdotto a Vejano dagli Orsini quando si impossessarono di quel feudo. Gli abitanti del posto, in omaggio alla sete sofferta dal Santo durante i giorni dell'espiazione, organizzano la sera la "Sagra della zuppa": al termine della Messa viene distribuito sul sagrato della Madonna del Suffragio una fetta di pane inzuppata nel vino. Il giorno seguente il cartellone segnala la processione e i fuochi d'artificio. La manifestazione, come detto, viene ripetuta in agosto. Un ingrediente è il cavolfiore che viene impastellato con la farina, aromatizzato con un sospetto di cannella ed affogato nell'olio bollente del padellone allestito a Tuscania in occasione della festa di Sant'Antonio. Le frittelle, velate di zucchero (gustose anche in versione salata), vengono distribuite calde e fragranti ai numerosi forestieri. Dal momento che siete a Tuscania, non dimenticate di fare una visita alle famiglie etrusche Curunas e Vipinana. I loro stupendi sarcofagi sono custoditi nel Museo nazionale presso la chiesa-convento di Santa Maria del Riposo. I Curunas si presentano con una serie di personaggi appartenuti a più generazioni, dal 310 al 190 a.C. Quelli della tomba Vipinana, utilizzata da cinque generazioni, sono coevi e risalgono al 310-170 a.C.; la scoperta del sepolcreto risale al secolo scorso per merito della famiglia Campanari di Tuscania che dette grande impulso allo studio dell'etruscologia nella Tuscia. Si deve a loro la grande mostra allestita a Londra nel 1836. Quello di Ronciglione è il più blasonato e spettacolare: oltre ai tradizionali carri allegorici e ai corsi mascherati, il cartellone prevede la singolare corsa di cavalli "a vuoto" senza fantino per le vie del paese, la "Galoppata degli Ussari" (in ricordo dei tempi dell'occupazione francese) e la pittoresca sfilata dei "Nasi rossi". Notevoli anche i Carnevali di Acquapendente (include la "Sagra della fregnaccia") e di Civita Castellana (fastosa la sfilata di mille bambini in maschera). Ma il Carnevale si fa sentire anche in molti altri centri della Tuscia Viterbese. Restiamo
a Ronciglione. Il suo Carnevale è davvero unico: pensate alla corsa dei
berberi, cavalli senza fantino lanciati tra la folla lungo le vie
dell'abitato. Fino al secolo scorso la manifestazione si svolgeva a
Roma, tra piazza del Popolo e piazza Venezia. RIGATONI
NEL PITALE Un
tempo erano il piatto forte della domenica o di particolari cerimonie,
come quella della copertura del tetto nella casa in costruzione.
Retrocessi da anni a posizione di retrovia, riacquistano di colpo fama e
dignità a Ronciglione nel periodo di Carnevale. Il merito è dei Nasi
rossi, una simpatica congregazione di buontemponi vestiti in camicia da
notte e armati di improbabili pitali ricolmi di fumanti rigatoni al sugo
che finiscono, nel migliore dei casi, nelle bocche delle esterrefatte
signore. Il tutto si svolge nel pomeriggio del lunedì di Carnevale.
Ecco gli ingredienti della salsa: macinato di manzo e di maiale,
cipolla, carota, vino bianco asciutto, sedano, pelati, olio di oliva, un
sospetto di “persa” (maggiorana) e di “greppello” (timo) e
parmigiano grattugiato. LE
"FREGNACCE" DI ACQUAPENDENTE Le chiamano così
perché di scarso valore; in compenso contengono molte calorie. Ad
Acquapendente le “Fregnacce" vanno in sagra durante il Carnevale.
La ricetta è molto semplice: si parte dal brodo sgrassato, fatto con lo
zampetto, la coda e l'orecchio del maiale; si aggiungono la farina per
formare una "viuta" (impasto semiliquido) e, subito dopo,
l'uovo, il pepe e il sale. Nella padella, unta con la cotica del
prosciutto e lo strutto, si salta un pizzico d'impasto; ne risulta una
specie di frittata da servire calda con uno spolvero di pecorino: se
preferite la versione dolce, togliete il pecorino e aggiungete zucchero
e cannella. Si svolge a Viterbo,
nel quartiere medioevale di San Pellegrino, ogni terza domenica del
mese. Il punto di incontro è la piazzetta di San Carluccio dove si
concentra il maggior numero di bancarelle su cui sono esposti gli
oggetti più disparati di antiquariato e modernariato. Per la via San
Pellegrino si entra nello storico quartiere medioevale. Dopo le licenze di Carnevale, ecco le penitenze della Quaresima. Il giorno delle Ceneri i capannoni della Cantina Sociale di Gradoli si aprono ad oltre un migliaio di "penitenti" che iniziano la Quaresima con un pranzo a base di magro. Il menù è sempre quello, da secoli, certamente dal Cinquecento come attesta un documento che cita la Fratellanza del Suffragio, l'animatrice di questa singolare proposta. Oggi quella Fratellanza si chiama Confraternita del Purgatorio; i suoi membri si trasformano per un giorno in cuochi e camerieri e, senza l'aiuto delle donne (guai se ciò accadesse!), preparano il cosiddetto “Pranzo del Purgatorio”. Si comincia con i fagioli bianchi all'olio e, quindi, riso in brodo di tinca con interiora di luccio; luccio in umido; nasello fritto; baccalà lesso e condito con aglio, olio e prezzemolo; mele e vino con brindisi finale a base di aleatico locale. Le spese vive vengono sponsorizzate dagli stessi abitanti del posto che riacquistano all'asta pubblica quello che nei giorni precedenti hanno donato ai fratelli della Confraternita. Iniziano
a Vetralla la domenica delle Palme. Il festival di musica sacra, giunto
alla dodicesima edizione, propone spettacoli musicali, testi teatrali e
mostre culturali riferiti ai temi della Passione di Cristo. Gli
spettacoli si svolgono nella chiesa di San Francesco e al Duomo.
L'occasione per meditare, attraverso momenti di intensa spiritualità,
sul mistero della Settimana Santa. I
riti della Settimana Santa sono molto radicati nella cultura popolare di
molti centri della Tuscia Viterbese. Alcune processioni del Cristo morto
assumono aspetti di rara spettacolarità che rievocano le vibranti
tensioni della Passione. A Bagnoregio viene portata a spalla una
pregevole statua lignea del Cristo di scuola donatelliana. A Latera si
eseguono nenie e canti popolari di raro interesse tramandati oralmente
da padre in figlio (Christus, Stabat Mater, Miserere). A Vetriolo gli spettatori
seguono processionalmente il corteo degli apostoli fino all'orto degli
ulivi: di grande effetto l'impiccagione di Giuda e la crocefissione.
Grande tripudio a Tarquinia, il giorno di Pasqua, per il festoso
trasporto della statua del Redentore. Il
lunedì di Pasqua si svolge a Blera il tradizionale pellegrinaggio alla
Grotta di San Vivenzio presso Norchia (12 chilometri) tra preghiere e
canti popolari intonati dalla confraternita "La Bianca".
Giunti sul posto, dopo la Messa e l'omaggio all'eremo del Santo, si
allestisce un pranzo al sacco (tra l'altro, pizze uova sode e salame).
Poi, il ritorno al paese con arrivo nel tardo pomeriggio per la
benedizione finale davanti alla chiesetta del Suffragio con il
sottofondo della banda musicale. Blera e Norchia (partenza e arrivo del
pellegrinaggio) vantano necropoli rupestri di rara suggestione (dal VII
al II sec. a.C.). A Blera i sepolcreti etruschi più spettacolari sono
quelli di Pian del Vescovo (tomba della Sfinge), dei Terrone, della
Casetta e di Grotta Penta. A Norchia la vasta necropoli (IV-II sec.
a.C.) si scopre tra una vegetazione selvaggia da cui emergono monumenti
funerari scavati nel tufo. Selvatici,
coltivati, coloriti, profumati: a maggio i fiori sono i protagonisti
delle feste campestri e di paese. Le composizioni più artistiche le
riconosciamo nei “Pugnaloni” di Acquapendente, quelle più spontanee
appartengono alle "Fontane" che colorano la pittoresca
processione della “Barabbata” a Marta. A Viterbo i fiori decorano
un'intera contrada: il rosso-geranio sul grigio del “peperino”
disegna, nel quartiere medioevale di San Pellegrino, contrasti
irripetibili. Fiori di campo anche a Vetralla per celebrare il
tradizionale "Sposalizio dell'albero". Fiori in vetrina nel
"Museo del Fiore" di Acquapendente (è il mese migliore per
visitarlo) e fiori all'occhiello o sulle labbra il 1° maggio, il giorno
della classica scampagnata fuori porta, tra i prati della Tuscia
Viterbese dove emergono qua e là le antiche pietre di necropoli
rupestri, pievi, rocche e castelli. Notevoli i sepolcreti campestri di
Norchia, Castel d'Asso e San Giuliano scavati completamente nel tufo. E’
la festa della Madonna del Monte che
celebra a Marta la fertilità della terra. Gli uomini, divisi in
categorie (le antiche corporazioni), si recano in processione al piccolo
Santuario situato a poco meno di un chilometro dalle rive del lago di
Bolsena. Sono i "casenghi" a cavallo, i "bifolchi",
i "villani" e i "pescatori", che portano carri,
animali, zappe, vanghe, barche, lenze, reti, unitamente a coloriti
trofei chiamati “Fontane”. Il corteo procede tra preghiere e inni
mariani su un interminabile tappeto di fiori di campo. Giunti al
Santuario, i fedeli assistono alla Messa; poi si dà luogo alle
tradizionali "Passate": tre giri della chiesa, entrando dalla
porta principale e uscendo da una secondaria dietro il presbiterio, che
ogni "categoria" compie in omaggio alla Madonna. L’origine
della festa è di vecchia data e forse risale al culto della dea Maia,
la dea della fertilità, cui venivano dedicate feste e templi per
ottenerne i favori. La "Barabbata" è anche l'occasione per
gustare formaggi e ricotte che vengono preparati davanti al Santuario. Secondo
la tradizione l'origine risale al 1166, quando Acquapendente era
governata da un tiranno del Barbarossa. "E' più facile che quel
ciliegio ormai secco da anni fiorisca - avrebbero amaramente commentato
due contadini di allora - che il nostro paese possa liberarsi
all'invasore". L'improvvisa e miracolosa fioritura del ciliegio
venne accolta come un segno divino della Madonna che dette agli acquesiani
la forza e l'entusiasmo per la rivolta. In ricordo di quell'evento si
infiocchettavano un tempo i "pungoli" (bastoni di legno) usati
per stimolare e guidare i buoi, che oggi sono diventati "Pugnaloni",
enormi mosaici in gran parte composti di fiori con immagini sulla libertà.
Nel tardo pomeriggio del 16 maggio vengono portati in processione dalla
Cattedrale del Santo Sepolcro fino al palazzo comunale i "Pugnaloni"
sono una quindicina, vengono realizzati la notte precedente da gruppi di
giovani divisi in quartieri; dopo la processione si procede al non
facile compito della scelta dei migliori per l'assegnazione dei premi. ACQUAPENDENTE:
MUSEO DEL FIORE E’ allestito ad Acquapendente in un casale (chiamato Giardino) all'interno della riserva naturale di monte Rufeno, a circa 5 chilometri dal centro abitato. E’ l'unico del genere nella Tuscia Viterbese e uno dei pochi in Italia. Accoglie nei tre piani, completamente ristrutturati, sezioni tematiche sull’introduzione al mondo del fiore. I fiori della riserva del monte Rufeno, "La morfologia del fiore", "Insetti e fiori” "Le curiosità nei fiori" e “ I fiori e l'uomo". Sono anche a disposizione dei visitatori appositi strumenti per odorare i fiori. Ampia documentazione sulla composizione dei “Pugnaloni". Completano l'allestimento illustrazioni, foto, pannelli, plastici e strumenti informatici. All'esterno, un ampio giardino è disponibile per pranzi al sacco. Bolsena ha tutte
le ragioni per rivendicare la leadership fra le città
"miracolate" dall'Ostia consacrata. Il protagonista
dell'evento, un tale sacerdote Pietro di Boemia, tormentato dai dubbi
sulla presenza del corpo di Cristo nelle specie del pane e del vino,
mentre celebrava la Messa (1263) sull'altare di Santa Cristina
nell'omonima Collegiata, vide sgorgare il sangue dall'Ostia che macchiò
il corporale e le pietre sottostanti. Urbano IV nel 1264 proclamerà il
miracolo del Corpus Domini cui è legata la costruzione del Duomo nella
vicina Orvieto, sede di diocesi. In occasione della festa del 6 giugno,
Bolsena ammanta di fiori le vie del centro storico per una interminabile
processione con il clero, i fedeli, la banda musicale e gli
sbandieratori. Merita una visita il "Museo territoriale del lago di
Bolsena" allestito nel castello Monaldeschi che si innalza sui
tetti del borgo medioevale. Dalle sue finestre si ammira lo stupendo
panorama del lago di Bolsena. Si
raggiunge da Viterbo (8 km.) lungo la strada per Bagnoregio. Il teatro
è il monumento più evidente fra i ruderi della città romana di
Ferento sorta in seguito alla distruzione di un pagus etrusco delle
vicinanze. Una epigrafe del II secolo d.C. la definisce "splendidissima
civitas"; in realtà era dotata di un ordinato assetto urbano
tagliato in due dalla strada "Ferentiensis" (decumano in parte
visibile), con il teatro, il foro, l'augusteo (si contavano 66 statue),
un portico intorno a un laghetto, le terme e vari luoghi di culto. Gli
scavi avviati nel 1901 e ripresi nel 1928 hanno restituito alla luce il
teatro e parte delle terme. La città conobbe il massimo splendore in età
augustea, allorquando venne costruita la maggior parte degli edifici. Vi
nacque Flavia Domitilla che sposò Vespasiano e fu madre di Tito.
Successivamente, dopo la caduta dell'impero, l'abitato si organizzò
intorno al teatro, dove, nell'alto Medioevo, vennero costruite con
materiali di risulta casupole e botteghe che presto assunsero a rango di
fortezza. Intorno al 1170-1172 la città venne rasa al suolo dai
viterbesi che impedirono una nuova costruzione dell'abitato. Si svolgono a Bolsena, rievocano in una decina di quadri plastici, su occasionali palchi nel centro storico, le tribolazioni cui venne sottoposta la giovane Cristina al tempo delle persecuzioni cristiane, da cui uscì indenne fino alla morte sotto le frecce dei carnefici guidati dal padre. Le rappresentazioni teatrali, affidate a gruppi di improvvisati attori del posto, sono quanto resta di un culto popolare che in passato era più complesso e articolato. Le scene si animano di personaggi silenziosi e statici (oltre un centinaio): Santa Cristina galleggia sulla pietra del lago; supplizio della ruota; il carcere; supplizio della fornace; i diavoli; la flagellazione; la distruzione degli idoli spezzati; le aspidi; la morte per saette; la deposizione nel sepolcro. L’eroina di Bolsena, vissuta nel III secolo, è venerata in molti luoghi: a Palermo, a Gallipoli, nel Vicentino, a Ravenna, in Francia, in Germania, perfino in Finlandia. Il culto iniziò nel IV secolo, ma per le redazioni ufficiali del suo martirio, peraltro leggendarie, si dovrà attendere il IX secolo. Almeno
tre le sorprese di questo piccolo paese dell'Alta Tuscia ai confini con
la Toscana: il museo, le necropoli etrusche e i ruderi dell'antica città
di Castro. Il museo espone reperti etruschi e rinascimentali dell'area
di Castro: corredi funerari della civiltà del Rinaldone, sculture
etrusche delle necropoli castrensi, reperti del periodo romano e
longobardo, affreschi "strappati" del XII secolo ed un portale
attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Nella necropoli,
notevoli una tomba monumentale a semidado del VI secolo, la
"Tomba della biga" e alcune tombe ipogee con lungo dromos,
vestibolo a cielo aperto e camera sepolcrale. La biga etrusca di Castro
(VI a.C.), rinvenuta dal Centro Belga di Ricerche Etrusco-Italiche,
venne esposta a Viterbo, dopo un lungo restauro, nel 1986 ed è
momentaneamente custodita a Roma (Villa Giulia) in attesa di una
definitiva sistemazione. I ruderi della città cinquecentesca di Castro
sono quanto resta della città (capitale dell'omonimo ducato famesiano)
progettata da Antonio da Sangallo il Giovane e completamente distrutta
nel 1649 dalle truppe pontificie di Innocenzo X. LA
LEGGENDA DELL'EST! EST!! EST!!! VILLA
LANTE A BAGNAIA La
festa di San Rocco è l'occasione per una visita al borgo di Bagnaia e
alla scenografica Villa Lante ma è anche il pretesto per gustare la
prelibata porchetta ed alcuni piatti tipici nei ristoranti e trattorie
del posto. La Villa Lante occupa la parte orientale del parco voluto dal
card. Riario verso la fine del Quattrocento per essere destinato a
riserva di caccia. Progettata nel 1569 dal card. Giovan Francesco de
Gambara, forse su disegno del Vignola e con il sostegno tecnico di
Tommaso Ghinucci, la Villa si compone di alcune terrazze (su ognuna
delle quali è posta una fontana), di due palazzine gemelle e di un
giardino con la spettacolare fontana del Quadrato. L’album d'onore è
abbastanza prestigioso: CarloBorromeo (1580), Michel de Montaigne
(1581), una delegazione di ambasciatori giapponesi (1585), vari
pontefici (Gregorio XIII, Pio VII), e, recentemente, il principe di
Galles, Carlo di Inghilterra. E’ possibile visitarla ogni giorno,
tranne lunedì, Capodanno, il 1° Maggio e Natale. A
Ferragosto
il centro storico di Bolsena, aggrappato al castello Monaldeschi, si
anima di un singolare mercato artigianale con spettacoli folcloristici e
musicali, mostre d'arte, tavoli all'aperto per degustazioni di ogni
genere, giochi popolari ed altro. Dai belvedere si spazia con lo sguardo
sul lago le cui acque limpide assicurano alla mensa gustosi coregoni,
oltre alle rinomate anguille ricordate da Dante nel Purgatorio. Nelle
sale del castello è allestito il museo territoriale del lago di Bolsena:
plastici, documentazione archeologica, ceramiche medioevali e sezione
dedicata alla pesca. Nella collegiata di Santa Cristina si possono
visitare l'altare del miracolo del Corpus Domini e le catacombe
cristiane. Gradevole passeggiata lungo il viale Colesanti, all'ombra di
secolari platani tra cespugli di ortensie, fino al porticciolo da dove
un piccolo battello conduce all'isola Bisentina. L'ASSUNTA
DI TARQUINIA Da
non perdere la "Processione del mare" a Tarquinia: la notte di
Ferragosto la statua della Madonna Assunta molleggia silenziosa alla
testa di un corteo di barche illuminate, a breve distanza dalla riva.
Subito dopo si scatena un grandioso spettacolo pirotecnico che avvampa
il mare e la spiaggia: è il primo segnale dell'estate che se ne va. MONTEROMANO:
SAGRA DELLA CARNE La
sala da pranzo è allestita nella grande piazza di Monteromano al
cospetto della parrocchiale settecentesca. Nelle ore di punta si contano più di mille commensali. Cucina, griglie e
fuochi sono improvvisati, ma funzionali, con premurose ragazze che
servono carne alla brace, spezzatino di vitella, trippa al sugo, fagioli
in umido, patate fritte, vino e dolcetti del posto. L'occasione per
visitare l'Antiquarium (reperti etruschi e romani) e per una rapida
escursione alla Rocca Respampani a pochi chilometri dall'abitato. Due
buoni pretesti per una escursione a Caprarola
tra i boschi dei Cimini, le cui campagne sono percorse da lunghi
filari di noccioleti. Il paese è dominato dalla spettacolare mole del
palazzo Farnese, capolavoro del Manierismo italiano, voluto dal
cardinale Alessandro il giovane e realizzato verso la fine del
Cinquecento su disegno del Vignola. Nel piano nobile si apre una serie
di sale affrescate tra il 1560 e il 1576 da Federico e Taddeo Zuccari e
da numerosi altri artisti fra cui il Bertoja, Giovanni de' Vecchi,
Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese e Antonio Tempesti.
Notevoli le sale dei Fatti d'Ercole, dei Fasti Farnesiani, del Concilio
di Trento, degli Angeli e del Mappamondo. Nel parco-giardino si ammirano
alcune fontane monumentali e la palazzina del Piacere. Vi ha fatto
visita di recente l'erede al trono Carlo d'Inghilterra. E’
alta 30 metri, pesa 5 tonnellate e il 3 settembre di ogni anno viene
trasportata, sulle spalle, da cento “Facchini" tra le vie
abbuiate di Viterbo, da porta Romana alla chiesa di Santa Rosa. Durante
il percorso, di circa un chilometro (compiuto in circa un'ora), effettua
cinque soste: piazza Fontana Grande, piazza del Plebiscito, piazza delle
Erbe, chiesa del Suffragio e piazza Verdi. L’ultimo tratto, in ripida
salita, viene affrontato a passo di corsa. Negli ultimi tempi si è
affermata la tradizione di cambiare il modello della "Macchina ogni
cinque anni: quello attuale (1998-2002) è stato realizzato da
Cappabianca - Andreoli - Cesarini che hanno superato a pieni voti il
concorso-appalto indetto dal Comune. Negli ultimi anni si è diffusa
l'usanza di battezzare le varie “Macchine” con uno slogan (“Volo
d'angeli”, la "Spirale dell'amore", "Armonia
celeste", "Sinfonia d'archi"). Quella attuale viene
chiamata "Una Rosa per il Duemila". Per i Viterbesi la
"Macchina" passa da sempre, o meglio dal 1258, quando il corpo
della giovane Rosa venne riesumato dal pontefice Alessandro IV e
"trasportato" sulle spalle di alcuni cardinali nella chiesa di
San Damiano (oggi di Santa Rosa). Per
gli storici il primo documento risale al 1654; a quel tempo la
"Macchina di Santa Rosa" era però un modesto baldacchino. Nel
Museo Civico di Viterbo e in quello del "Sodalizio dei
facchini" c'è abbastanza materiale informativo sulle precedenti
edizioni: disegni foto, costumi, documenti, modelli, video cassette ed
altro. La storia è ricca di episodi anche drammatici l'ultimo dei quali
si verificò alcuni anni fa,quando la "Macchina" a pochi passi
dall'arrivo, davanti al sagrato di Santa Rosa, sbandò paurosamente tra
la folla in preda al panico. Numerosi gli ospiti-vip (pontefici,
regnanti, personaggi della cultura e dello spettacolo); applauditissimo,
nel 1984, il papa Giovanni Paolo II. Il "motore umano" è nei
muscoli dei “facchini" che simboleggiano l'animo dei Viterbesi e
la forza della fede. Un detto maligno di qualche decennio fa, quando il turismo ruotava intorno ai centri blasonati, ammoniva "Canepina passa e cammina", come a dire “E’ inutile fermarsi, qui non c'è nulla da vedere”. La rivoluzione socio-ecologica degli ultimi tempi ha rivalutato, grazie a Dio, le località cosiddette "minori" dove si vive bene e si mangia meglio. Ed è proprio sulla buona tavola che Canepina ha puntato tutte le sue forze, attrezzando i castagneti (si producono i famosi "marroni") ed aprendo al pubblico un piccolo museo della civiltà contadina e le monumentali cantine scavate nel ventre della rupe dove s'apposta il centro storico. Il mese consigliato per un insolito week end è ottobre, quando l'aria annuncia i profumi dei primi freddi invernali. La regina della festa è la castagna che viene onorata con grandi bracieri allestiti nelle piazzette del paese a due passi dalle cantine che si trasformano in accoglienti osterie per la degustazione delle specialità del posto “maccaroni, fieno e ceciliani” soprattutto, ma anche fagioli, bruschette, salsicce, pollo in padella, trippa, abbacchio alla cacciatora ed altro. Il
pontefice (Giovan Battista Pamphilj 1645-1655) fece visita a Viterbo,
per la seconda volta, nell'ottobre del 1653, accompagnato da uno stuolo
di oltre quattrocento persone fra notabili , principi della Chiesa,
dame, cavalieri, faccendieri, cuochi, servitori, cavalleggeri,
"svizzeri", tronibetti ed altri. Al suo arrivo i viterbesi gli
riservarono grandi onori, che il vecchio pontefice ripagò, però, con
scarso entusiasmo. Si racconta che in occasione della visita alla Villa
del Barco della “terribile” cognata Olimpia Maidalchini, i fedeli
servitori prepararono un'originale sorpresa: fecero trovare fragranti
caldarroste (molto apprezzate dal papa) dentro i ricci di un albero di
castagno. In ricordo di tale insolita circostanza, i Sammartinesi
allestiscono ogni anno alla fine di ottobre la "Sagra della castagna e della caldarrosta”
cui si unisce la degustazione di alcuni piatti tipici del posto. Alla
fine l'ha spuntata sull'albero nord-europeo che per anni ha insidiato il
suo prestigio. C'è una novità: in passato il presepio è stato spesso
"trattato" in chiave sociale (ricordate i paesaggi di Betlemme
trasformati in campi di concentramento col filo spinato?), o per
rimarcare i drammi del nostro secolo: droga, violenza, razzismo ed
altro. Il ritorno agli schemi tradizionali con pastori, laghetto o
pecorelle semmai concede qualche spazio di troppo alla ricostruzione di
“spaccati” urbani molto suggestivi, ma poco natalizi. Il presepio è
anche l'occasione di incoraggianti aggregazioni fra giovani, impegnati
in regie di quadri "viventi" che recuperano gli antichi
mestieri e le usanze di vita paesana. Il primo a "rnuoversi"
è stato quello di Corchiano
alcuni decenni fa: la scena è quella di un ambiente campestre a
ridosso del centro storico. In altri centri si ricorre alle magiche
emozioni di antichi abitati, attraversati da piazzette e viuzze tra
chiaroscuri incredibili. Quello di Civita di Bagnoregio non
trova l'eguale: merito di quel cono argilloso su cui s'apposta,
traballante, il paese dei calanchi. |
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